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La legalità che porta lavoro. Un caso unico, più che raro, che prende forma in un moderno miracolo digitale grazie alla trasmissione televisiva “Le Iene”. Un’imprenditrice proprietaria di una tenuta in Calabria, Iaia, offre un posto di lavoro ad un venditore di rose del Bagladesh che aveva dato prova della sua onestà, in una candid camera organizzata dalla “iena” Angelo Duro. Nella scorsa puntata delle Iene, infatti, era andata in onda la rubrica le “Olimpiadi dell’illegalità” ovvero la iena Angelo Duro si era finto prete per testare l’onestà dei cittadini, reclutando i passanti per sorvegliare le offerte, mentre lui si allontanava con la scusa di andare in bagno. Nelle altre città europee in cui era stata fatta la prova, tutti avevano rubato i soldi delle offerte ma a Milano l’allettante banconota da 100 euro non aveva indotto in tentazione l’ingenuo Belal, un venditore di rose del Bangladesh. Gli attori avevano messo nel cestino delle offerte altre 200 euro messi ma Belal non ne aveva toccato un centesimo, aspettando il ritorno del sedicente prete.  Eppure in quel cestino c’era la cifra che il venditore di rose riesce a guadagnare in un mese di lavoro. Ma la sua onestà è stata esemplare, tanto che Iaia, la giovane appartenente ad un gruppo imprenditoriale a gestione familiare, dopo aver visto in tv l’onestà di Belal, gli ha offerto un lavoro.
Il ragazzo, che ha 24 anni e vanta già una laurea in marketing nel suo paese d’origine, verrà quindi a stabilirsi in Calabria, nell’azienda della generosa imprenditrice, nella quale avrà alloggio e lavoro. Un lieto fine che, dalla tv ai social network, ha però spaccato le opinioni del pubblico: c’è chi ha commentato con un filo di razzismo “ci sono anche gli stranieri che non rubano”, a chi ha invece approvato la scelta di Iaia a chi, invece, ha bocciato la scelta su tutta la linea “invece di dare lavoro agli italiani…”

LA legalità che porta lavoro. Un caso unico, più che raro, che prende forma in un moderno miracolo digitale grazie alla trasmissione televisiva “Le Iene”. Un’imprenditrice proprietaria di una tenuta in Calabria, Iaia, offre un posto di lavoro ad un venditore di rose del Bagladesh che aveva dato prova della sua onestà, in una candid camera organizzata dalla “iena” Angelo Duro. 

 

Nella scorsa puntata delle Iene, infatti, era andata in onda la rubrica le “Olimpiadi dell’illegalità” ovvero la iena Angelo Duro si era finto prete per testare l’onestà dei cittadini, reclutando i passanti per sorvegliare le offerte, mentre lui si allontanava con la scusa di andare in bagno. Nelle altre città europee in cui era stata fatta la prova, tutti avevano rubato i soldi delle offerte ma a Milano l’allettante banconota da 100 euro non aveva indotto in tentazione l’ingenuo Belal, un venditore di rose del Bangladesh. Gli attori avevano messo nel cestino delle offerte altre 200 euro messi ma Belal non ne aveva toccato un centesimo, aspettando il ritorno del sedicente prete.  Eppure in quel cestino c’era la cifra che il venditore di rose riesce a guadagnare in un mese di lavoro. 

Ma la sua onestà è stata esemplare, tanto che Iaia, la giovane appartenente ad un gruppo imprenditoriale a gestione familiare, dopo aver visto in tv l’onestà di Belal, gli ha offerto un lavoro. Il ragazzo, che ha 24 anni e vanta già una laurea in marketing nel suo paese d’origine, verrà quindi a stabilirsi in Calabria, nell’azienda della generosa imprenditrice, nella quale avrà alloggio e lavoro. Un lieto fine che, dalla tv ai social network, ha però spaccato le opinioni del pubblico: c’è chi ha commentato con un filo di razzismo “ci sono anche gli stranieri che non rubano”, a chi ha invece approvato la scelta di Iaia a chi, invece, ha bocciato la scelta su tutta la linea “invece di dare lavoro agli italiani…”

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