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ROSSANO (CS) – L’arcivescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò, ha salutato, in una cattedrale colma in ogni ordine di posti, la sua comunità diocesana che lascerà nei prossimi giorni in seguito alla nomina ad Ordinario militare d’Italia decisa da papa Francesco e formalizzata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La celebrazione eucaristica con cui il presule ha salutato la comunità si è tenuta in cattedrale a partire dalle 17. Il programma ha visto il delegato ad omnia, Mons. Antonio De Simone, porgere il saluto della comunità diocesana al vescovo mentre il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, è intervenuto a nome della comunità civile in rappresentanza anche di tutti i sindaci dei paesi ricadenti nel territorio diocesano. 

Alla fine della celebrazione ai parroci è stato consegnato il calendario della diocesi di Rossano-Cariati, approvato dalla Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, in attesa che venga approvato il “Proprio” (Messale e Lezionario). Sempre ai sacerdoti, è stato dato un dvd contenente i tanti lavori eseguiti ed in itinere e l’acquisizione di beni al patrimonio diocesano. A tutti i presenti, invece, è stato consegnato un opuscolo che riporta la cronistoria completa della pratica Unesco relativa al Codice purpureo, dal 2007 al 2013.
«Era il pomeriggio del 22 luglio del 2006 – ha affermato l’arcivescovo nel corso della suo intervento – quando i miei piedi giungevano alle porte di questa Chiesa. Quel giorno, ve lo confesso, provai una gioia simile a quella che descrive il salmista: la gioia unica e caratteristica del pellegrino che arriva alla Città Santa, a Gerusalemme, alla Casa del Signore. Era la gioia di essere a casa, una casa che Dio mi aveva dato ma che era Sua, nella quale Lo trovavo ad attendermi». 
Oltre ai ringraziamenti di rito alle autorità presenti e ai fedeli che hanno voluto porgere il loro omaggio al nuovo Ordinario militare d’Italia, Marcianò ha rivolto il suo «grazie più affettuoso a voi, amatissimi sacerdoti, assieme ai cari seminaristi. Vi ho amato profondamente, con tutto me stesso, e con ciascuno ho cercato, in questi anni, di stringere e rafforzare quel legame personale senza il quale non ci può essere piena collaborazione. Questo amore che Dio ci ha donato, niente lo potrà cancellare. Sarete sempre nel mio cuore». 
L’arcivescovo, inoltre, non ha mancato di ripercorrere gli anni trascorsi alla guida dell’episcopato rossanese rimarcando come «insieme abbiamo fatto una stupenda esperienza di Chiesa. Insieme, abbiamo imparato ad amare la Chiesa. Insieme, abbiamo imparato a essere Chiesa. E, da pastore, io ho visto crescere questa Chiesa. Siate certi di essere nel cuore della mia preghiera: a partire dall’amore del primo giorno, a partire dal primo Magnificat».
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