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QUESTO Natale i calabresi saranno più buoni. Secondo la Coldiretti regionale una famiglia su cinque penserà anche a chi non può permettersi il cenone della vigilia riservando una piccola parte del budget delle feste per Caritas e banchi alimentari. Solidarietà che, come precisa il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, è anche un modo per ridurre gli sprechi. L’associazione stima la spesa per i due giorni di feste natalizie a 100/120 euro per un nucleo di quattro persone e una ricorrenza da vivere in casa, tra cucina tipica, giochi tradizionali e affetti familiari, con la “sorpresa” dei giovani: sarebbero proprio loro a preferire il Natale in casa e le ricette tramandate dai nonni ai cenoni nei locali. Scelte influenzate dalla crisi (il 90% dei calabresi starà a casa) ma che confermano una speciale osservanza dei riti delle feste, primo tra tutti la messa di mezzanotte. 
E se – come sottolineano dalla Cia – anche nella nostra regione la tipicità locale verrà premiata nella spesa delle tavole di vigilia e Natale, meno bene va la Calabria con le esportazioni di dolci delle feste, nonostante il comparto abbia il segno più. Secondo Confartigianato, il gradimento della produzione dolciaria natalizia italiana all’estero è in crescita. Dall’inizio dell’anno ad agosto 2013, secondo il rapporto, i francesi hanno comprato 69,6 milioni di euro di dolci natalizi italiani (con un aumento del 38,2% rispetto al 2012); in Germania abbiamo esportato 41,7 milioni di pasticceria, mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 26,4 milioni. Peccato che a beneficiarne siano le aziende produttrici di Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna. Sembra che in Europa e Usa la presenza di emigrati calabresi non sia sufficiente a fare la giusta pubblicità ai dolci locali, surclassati dalla consolidata fama dei “nordici” panettoni e pandori, ma anche dalla concorrenza dei vicini torroni e buccellati siculi.
Nella notte tra oggi e domani sarà tempo di scartare i regali e in Calabria abbigliamento e calzature perdono aplomb (pure in previsione del ribasso da attendere insieme ai aldi dell’anno nuovo). Proprio in Calabria, come emerge dall’analisi di FederModa, nel 2013 il settore ha avuto uno dei tracolli più sensibili con il 10,77% in meno di vendite. In compenso la Calabria ha bambini dai gusti più “tecnologici”: mentre i genitori delle regioni del Nord si sono orientati verso regali legati ai personaggi televisivi più amati, come Peppa Pig e Violetta, da noi, secondo i dati di Confesercenti, dal Sud a Babbo Natale si sono chiesti, piuttosto, giochi elettronici.

QUESTO Natale i calabresi saranno più buoni. Secondo la Coldiretti regionale una famiglia su cinque penserà anche a chi non può permettersi il cenone della vigilia riservando una piccola parte del budget delle feste per Caritas e banchi alimentari. Solidarietà che, come precisa il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, è anche un modo per ridurre gli sprechi. 

LA TAVOLATA PIACE AI GIOVANI – L’associazione stima la spesa per i due giorni di feste natalizie a 100/120 euro per un nucleo di quattro persone e una ricorrenza da vivere in casa, tra cucina tipica, giochi tradizionali e affetti familiari, con la “sorpresa” dei giovani: sarebbero proprio loro a preferire il Natale in casa e le ricette tramandate dai nonni ai cenoni nei locali. Scelte influenzate dalla crisi (il 90% dei calabresi starà a casa) ma che confermano una speciale osservanza dei riti delle feste, primo tra tutti la messa di mezzanotte. E se – come sottolineano dalla Cia – anche nella nostra regione la tipicità locale verrà premiata nella spesa delle tavole di vigilia e Natale, meno bene va la Calabria con le esportazioni di dolci delle feste, nonostante il comparto abbia il segno più. 

ALL’ESTERO POCHI DOLCI CALABRESI – Secondo Confartigianato, il gradimento della produzione dolciaria natalizia italiana all’estero è in crescita. Dall’inizio dell’anno ad agosto 2013, secondo il rapporto, i francesi hanno comprato 69,6 milioni di euro di dolci natalizi italiani (con un aumento del 38,2% rispetto al 2012); in Germania abbiamo esportato 41,7 milioni di pasticceria, mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 26,4 milioni. Peccato che a beneficiarne siano le aziende produttrici di Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna. Sembra che in Europa e Usa la presenza di emigrati calabresi non sia sufficiente a fare la giusta pubblicità ai dolci locali, surclassati dalla consolidata fama dei “nordici” panettoni e pandori, ma anche dalla concorrenza dei vicini torroni e buccellati siculi.

REGALI, VINCE LA TECNOLOGIA – Nella notte tra oggi e domani sarà tempo di scartare i regali e in Calabria abbigliamento e calzature perdono aplomb (pure in previsione del ribasso da attendere insieme ai saldi dell’anno nuovo). Proprio in Calabria, come emerge dall’analisi di FederModa, nel 2013 il settore ha avuto uno dei tracolli più sensibili con il 10,77% in meno di vendite. In compenso la Calabria ha bambini dai gusti più “tecnologici”: mentre i genitori delle regioni del Nord si sono orientati verso regali legati ai personaggi televisivi più amati, come Peppa Pig e Violetta, da noi, secondo i dati di Confesercenti, dal Sud a Babbo Natale si sono chiesti, piuttosto, giochi elettronici.

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