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UN professionista e ricercatore di Cetraro, il dottor Domenico Ricucci, sta effettuando, da ormai molti anni, approfonditi studi sulla rigenerazione dei tessuti dentali umani, raggiungendo livelli tali da essere riconosciuti a livelli internazionali. Al di là del profondo valore intrinseco di queste ricerche, quello che merita particolare attenzione è il fatto che le stesse vengono quotidianamente effettuate nel suo laboratorio situato proprio nella cittadina tirrenica, fornito di attrezzature altamente tecnologiche e all’avanguardia, e il fatto che il dottor Ricucci collabora con ricercatori di tutto il mondo. Inoltre, relativamente alla investigazione istologica in odontoiatria, Paesi avanzati come gli Stati Uniti si rivolgono proprio a lui. 

Tra il 2013 e i primi mesi del 2014 ben cinque dei suoi lavori scientifici sulla rigenerazione dei tessuti pulpo-dentinali sono apparsi sulle due più prestigiose riviste mondiali del settore, Journal of Endodontics e International Endodontic Journal, organi rispettivamente dell’American Association of Endodontists, e della European Association of Endodontology.

E in un intervista al Quotidiano, il dottor Ricucci nella sua Cetraro, spiega: «E’ obbligatorio essere ancora molto cauti. Il tutto parte dagli studi sulle cellule staminali, cioè da quelle cellule, presenti in molti organi, che si trovano in uno stato indifferenziato e che, dietro certi complessi stimoli di natura chimica, possono teoricamente differenziarsi verso tutte le cellule del corpo umano. Sempre teoricamente, potrebbero essere rigenerati o formati ex novo organi interi. Per citare alcuni degli esperimenti che sono stati fin qui condotti, qualche anno fa alcuni ricercatori hanno creato in vitro, cioè in laboratorio, un abbozzo di tessuti calcificati che somigliava a un dente, proprio a partire dalle cellule staminali».

Sulle applicazioni cliniche dei suoi studi dice: «Quando i denti permanenti erompono, nell’età che va dai sei ai dodici anni di età, la loro corona, che è rivestita da un tessuto chiamato smalto, ha già la forma che avrà per l’arco della vita. La radice invece non è formata completamente e la sua maturazione avviene in un tempo che oscilla dai due ai tre anni dopo che il dente è spuntato. Quando questi denti giovani sono colpiti precocemente da carie profonde o da traumi, la polpa muore e si infetta, per cui la formazione della radice è bloccata. Fino a oggi questi denti potevano essere trattati con una terapia canalare, ma il problema principale restava la loro fragilità per cui si fratturavano facilmente. Da pochi anni sono state introdotte nella clinica delle tecniche che hanno come obiettivo la rigenerazione della polpa e quindi la formazione della radice la cui formazione era stata interrotta».

L’INTERVISTA INTEGRALE SULLE’DIZIONE CARTACEA DEL QUOTIDIANO

 

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