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CARAFFA (CZ) – Saverio Mazzei lo riconosci da lontano, indossa un cappello per ripararsi dal sole e dalla pioggia. Annina Grande nasconde i suoi grandi occhi dietro un paio di occhiali scuri. Se fai attenzione alle parole di Saverio, magari ti accorgi che salta fuori qualche racconto della seconda Guerra mondiale, quella per la quale ha combattuto sul campo e che ha lasciato ricordi e cicatrici. Le stesse che, una volta tornato a casa, sua moglie è riuscito a rendere più sopportabili. 

Annina ha novant’anni, quattro in meno del marito, e sa che la famiglia è acqua nel deserto, un porto sicuro in cui approdare dalle avversità della vita. Di anni ne sono passati tanti dall’8 maggio 1940, giorno del loro matrimonio. E tante cose da allora sono cambiate. Lo sa Saverio, lo sa Annina. Lo sanno i parenti riuniti attorno ai due innamorati per festeggiare il settantacinquesimo anniversario di vita trascorsa assieme, di sogni condivisi, di paure messe in un angolo e di qualche ferita che resta e che brucia ancora un po’. 

Ma oggi il dolore rimane stipato in un cassetto perché è tempo di festeggiare. Di ripercorrere 75 anni di cammino. Non è uno di quei giorni così banali da essere dimenticati in fretta. Tutt’altro. Guardando Saverio e Annina, in questa ricorrenza così importante, di discorsi non se ne avverte neanche il bisogno. D’altronde a che servono le parole di fronte all’amore? Basta guardarli negli occhi, gli stessi occhi che hanno ereditato i loro figli, per capire che quella promessa, fatta nella chiesa di Caraffa davanti a don Ernesto Barraco nel 1940, intendono ancora rinnovarla ogni giorno. Le emozioni di questo lungo viaggio vengono ripercorse dalla loro mente e del loro cuore. Lo stesso cuore che hanno messo a disposizione dei figli (Cettina, Attilio, Tullio, Vilma, Dino, Giovanni e Pasquale), dei 17 nipoti e degli 11 pronipoti.

Saverio e Annina sanno bene che il verbo amare viaggia in compagnia del verbo condividere. Hanno capito che per due innamorati ogni esperienza merita di essere messa in comune, «che i sogni vissuti in due sono più facili da raggiungere» che il dolore diventa più leggero da sopportare e che le ferite si rimarginano più in fretta. Hanno capito che amare è cavalcare mano nella mano l’imprevedibilità della vita, è sorridere nei momenti di festa, è riposare dalle fatiche del lavoro, è farsi forza a vicenda quando la sofferenza manda via la serenità della giornata, è sbagliare da soli per poi rimediare insieme agli errori. Hanno capito che l’amore non stanca mai. Anche dopo 75 anni di vita trascorsa insieme. E questo forse è l’insegnamento più bello per ogni cuore che batte.

 

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