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Una prescrizione medica

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COSENZA – Calabria e la Campania sono le Regioni con la più alta spesa pubblica territoriale (287 euro pro capite). Numeri e contenuti sono stati messo in evidenza nel Rapporto Nazionale 2019 sull’Uso dei Farmaci in Italia dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) realizzato attraverso i dati raccolti dal flusso della Tessera Sanitaria, provenienti da tutte le Regioni italiane.

Dall’analisi della variabilità regionale, si osserva che i livelli più bassi di spesa territoriale, comprensiva della spesa dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A, sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (175,2 euro pro capite), mentre i valori più e levati sono quelli della Regione Calabria e Campania (287 euro pro capite), rispetto ad una media nazionale di 242,9 euro pro capite.

Strutture pubbliche

La spesa per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche (ospedali, Asl, Irccs, ecc.) è risultata pari a circa 11,9 miliardi di euro (197,45 euro pro capite) e ha registrato un andamento pressochè stabile (+0,9%) rispetto al 2017. Anche i consumi, con una media di 157,35 di dose definita giornaliera (DDD) ogni 1.000 abitanti sono rimasti stabili rispetto al 2017 (-0,8%). Nella maggior parte delle Regioni si evidenziano incrementi nella spesa, con le maggiori variazioni rispetto al 2017 in Abruzzo (+9,9%), in Umbria (+7,2%) e nella Provincia Autonoma di Trento (+6,9%). In termini di consumo, Emilia Romagna (308,62 DDD) e Lombardia (100,94 DDD) rappresentano, rispettivamente, le Regioni con i più alti e i più bassi livelli d i consumo. Nell’anno 2018, in 11 Regioni, è s tata registrata una riduzione de i consumi rispetto all’anno 2017, con le maggiori variazioni in Liguria (-10,2%) e nel la Provincia autonoma di Bolzano (6,21%); al contrario, le Marche e la Calabria registrano i più importanti incrementi, rispettivamente del +23,7% e +9,5%.

Distribuzione diretta e per conto

Nel 2018 la spesa per i farmaci dispensati attraverso le modalità alternative di erogazione, ovvero la distribuzione diretta e per conto, è s tata p ari a 8.245 milioni di euro, rappresentata, a livello nazionale, per il 78,2% dalla spesa della distribuzione diretta in senso stretto e per il restante 21,8% d alla distribuzione in nome e per conto. Tale composizione osservata a livello nazionale sottende un’ampia variabilità regionale, legata alle differenze organizzative dei sistemi sanitari regionali. La distribuzione diretta in senso stretto rappresenta oltre il 90% della spesa dei farmaci erogati tramite i canali alternativi in Abruzzo, dove per la prima volta nel 2018 è stata praticata la distribuzione in nome e per conto, mentre presenta la minor incidenza in Calabria (63,7%), nel Lazio e nella Provincia autonoma di Trento (66,9%).

Compartecipazione per la quota eccedente

Nel 2018 la spesa per la compartecipazione per la quota eccedente il prezzo di riferimento dei farmaci a brevetto scaduto (di seguito compartecipazione) è stata pari a 18,62 euro pro capite (1,1 miliardi di euro), rappresentando il 70% della compartecipazione totale del cittadino (inclusiva anche del ticket per ricetta e/o confezione). Al contrario di quanto osservato per l’acquisto privato dei farmaci da parte del cittadino, la spesa pro capite per compartecipazione più elevata si registra al Sud e nelle isole (23,43 euro), mentre quella minore spesa al Nord (14,42 euro). Da un’analisi di correlazione tra la spesa per compartecipazione e il reddito pro capite regionale, risulta che le Regioni a più basso reddito sono quelle che presentano una maggiore compartecipazione, fatta eccezione della Sardegna. Infatti, nelle Regioni Calabria, Sicilia e Campania, che hanno un reddito pro capite inferiore ai 10.000 euro, si evidenzia una compartecipazione più elevata rispetto alla media nazionale (>24,00 euro).

La prescrizione di farmaci antibiotici in pediatria

Circa quattro bambini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso del 2018 e, in media, ad ogni bambino è stata prescritta una sola confezione durante l’anno, per un totale di 8,9 milioni di prescrizioni, pari al 45,1% del consumo totale, con un picco di prevalenza (circa 6 bambini su 10) nella fascia tra 2-3 anni di età. Dall’analisi di alcuni indicatori relativi a specifiche classi d i antibiotici s i nota che le associazioni di penicilline (compresi gli inibitori delle beta-lattamasi) sono gli antibiotici più utilizzati (38,8%) in p articolare nelle Regioni del Centro (44,7%), seguite dalle cefalosporine (23,0%) e dai macrolidi (18,9%), specialmente nelle Regioni del Mezzogiorno. Le penicilline ad ampio spettro sono gli antibiotici a più bassa prescrizione (15,6%). Focalizzando l’attenzione sulle Regioni si nota una elevata variabilità nell’utilizzo delle diverse c lassi di antibiotici considerate; ad esempio nel Friuli Venezia Giulia si ha la più alta prescrizione di penicilline ad ampio spettro (47,6%), nella Provincia autonoma di Trento di associazioni di penicilline (47,9%), in Sicilia di cefalosporine (30,9%) e in Calabria di macrolidi e lincosamidi (24,2%). L’Abruzzo è la Regione con il minore consumo di penicilline ad ampio spettro (6,3%), men tre il Friuli Venezia Giulia presenta il più b asso consumo delle altre classi (rispettivamente 26,1%, 7,6% e 13,6%).

La spesa regionale

La spesa erogata dalle Regioni in regime di assistenza convenzionata incide per il 35,1% sulla spesa totale a livello nazionale; rispetto a questa percentuale l’Italia appare divisa in due: quasi tutte le Regioni del Nord presentano incidenze inferiori alla media nazionale, tranne la Lombardia, mentre le Regioni del Centro e del Meridione – comprese le Isole – registrano valori superiori, ad eccezione della Toscana. Relativamente alla spesa privata sostenuta direttamente dal cittadino, le Regioni che mostrano un’incidenza della spesa maggiore rispetto alla medi a nazionale sono principalmente Regioni del Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto), mentre l’incidenza è minore nelle Regioni del Sud, a eccezione del Molise. La spesa sostenuta per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche incide per il 41,4% della spesa totale a livello nazionale, con il valore massimo de l 49,3% in Umbria e il valore minimo de l 29,2% nella Valle d’Aosta; tali differenze sono spiegabili anche d al diverso impiego delle distribuzioni alternative dei medicinali, quali la distribuzione diretta e per conto.

I risultati di un’analisi combinata tra convenzionata e acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche, nello specifico dei medicinali d i fascia A erogati in distribuzione diretta e per conto. La Provincia autonoma di Bolzano presenta la spesa pubblica territoriale più bassa (175,2 euro pro capite), mentre la Calabria e la Campania sono le Regioni con la più alta spesa pubblica territoriale (287 euro pro capite); considerando anche la spesa privata, Valle d’ Aosta e Sardegna sono, rispettivamente, le Regioni con il più basso e alto livello di spesa territoriale totale.

Farmaci per l’ipertensione e lo scompenso

Il consumo di farmaci per l’ipertensione e lo scompenso è rimasto stabile negli ultimi anni con un valore di 372,5 DDD nel 2018; tra le Regioni si riscontra una notevole variabilità: nel 2018 s i passa infatti da un minimo d i 284 DDD della Provincia autonoma di Bolzano alle 476,4 dell’Umbria. Campania, Sicilia, Calabria e Puglia sono le Regioni con un costo medio per giornata di terapia e un consumo superiore alla media nazionale; si riscontra una forte variabilità regionale, in particolare nei consumi degli Ace inibitori.

Ipolipemizzanti

Il consumo di ipolipemizzanti (utilizzati nel trattamento di alti livelli di grassi, come il colesterolo, nel sangue) si attesta ne l 2018 a 92,5 DDD/1000 abitanti (pari all’8% de l consumo a carico Servizio sanitario regionale) in aumento del 4,2% rispetto al 2017 e del 20% rispetto al 2013. la variabilità regionale del consumo varia dalle 62,9 DDD della Valle d’Aosta alle 107,1 DDD della Sardegna; quest’ultima insieme a Campania, Lazio, Puglia e Calabria è quella con il maggior uso e costo per giornata di terapia per farmaci ipolipemizzanti rispetto alla media nazionale.

Antivirali anti-HCV

Nell’analisi di questa categoria va tenuto presente che, ne gli ultimi anni, alcune importanti molecole quali ad esempio sofosbuvir e led ispavir+sofosbuvir sono s tate riclassificate in fascia C. Anche a livello regionale si osserva una generale contrazione della spesa pur con una certa variabilità: si passa infatti da -17,5% della Valle d’Aosta al -80,6% della Calabria; la spesa pro capite va da un minimo di 3 euro in Calabria a un massimo di 9,4 euro in Campania.

Antibiotici

Dal 2013 si registra una lieve ma costante diminuzione con una variazione media annuale del 2% (Cagr) del consumo di antibiotici, che sono passati da 20,3 DDD a 18 DDD nel 2018. Vi sono importanti differenze d’uso tra le regioni italiane, le dosi prescritte variano da 11,2 della Provincia autonoma di Bolzano a 24,7 della Campania che, insieme a Umbria, Calabria, Puglia, Lazio, Marche e Basilicata, sono le regioni con dosi e costo medio per giornate di terapia superiori alla media nazionale.

Fattori della coagulazione

La spesa si è mantenuta stabile negli ultimi sei anni, raggiungendo nel 2018 una spesa pro capite di 7,7 euro; il 66% della spesa è rappresentato dai farmaci ricombinanti per l’emofilia A. Si rileva una marcata variabilità nella spesa pro capite nelle regioni italiane, con un valore che va da un massimo di 13,35 euro della Calabria a un minimo 3,39 euro della Provincia autonoma di Bolzano.

Antipsicotici

Il consumo d i antipsicotici è aumentato nel corso degli ultimi anni, passando da 8,2 DDD del 2013 alle 9,6 ne l 2018 (+16,8% ); la maggior parte del consumo è rappresentato dagli antipsicotici atipici e altri: il 7% del consumo per il 2018, con un aumento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Si osserva una certa variabilità nel consumo nelle regioni italiane, con la Sardegna (13,9 DDD) che consuma quasi il doppio rispetto alla Valle d’Aosta (7,1 DDD). Puglia, Marche, Calabria e Basilicata sono le regioni che utilizzano p iù dosi, con un costo per giornata di terapia più elevato rispetto alla media nazionale.

Farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans)

Anche nel 2018 continua il trend in flessione (Cagr: -5%) del consumo di Fansche, rispetto al 2013, si sono ridotti del 21,5%. nelle regioni del Sud v i è un maggior ricorso ai Fans e, in particolare, la Calabria registra nel 2018 un valore di 29,4 DDD, mentre l’Emilia Romagna è la regione con il livello più basso (11,2 DDD); una minore variabilità tra le regioni si rileva per quanto riguarda il costo medio per giornate di terapia.

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