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LA voce di Mimì, i versi intensi delle canzoni cucite apposta per lei, interpretazioni straordinarie che hanno lasciato il segno nella storia della musica italiana. Mia Martini era tutto questo e molto altro ancora. Un’artista straordinaria, ma anche una donna tormentata, piena di contraddizioni. Una calabrese che ha calcato scene importanti pur continuando a vivere in un contesto complesso, segnato anche da tante maldicenze e un’assoluta mancanza di rispetto verso la sua vita privata.

A venti anni dalla morte della signora della musica italiana nata a Bagnara Calabra il 20 settembre del 1947, le sue canzoni e la sua storia rappresentano ancora un mito. E sarà così per sempre. 

LE FOTO: LA STORIA DI MIMI’, DALLA CALABRIA AI GRANDI PALCOSCENICI

Impossibile dimenticare brani e interpretazioni di spessore. Da Minuetto a Piccolo Uomo, passando per E non finisce mica il cielo. E poi ancora Almeno tu nell’universo e Donne. 

VIDEO: MIA MARTINI CANTA IN CALABRESE

Citare qualche titolo, però, rischia solo di non rendere giustizia a tanti e tanti brani di qualità, interpretati magistralmente. Impossibile non ricordare la splendida collaborazione con Roberto Murolo e il premio della critica al Festival di Sanremo del 1982, ideato proprio per omaggiare la splendida E non finisce mica il cielo. E poi il rapporto intenso con Renato Zero, Ivano Fossati e molti altri grandi nomi della musica e della discografia italiana.

VIDEO: INTERVISTA A MIA MARTINI A BAGNARA CALABRA

Sorella maggiore di Loredana Bertè, le due hanno sempre avuto un rapporto tormentato, difficile, complesso, riscoperto e ritrovato negli anni.

Ma è stata tutta la vita di Mimì ad essere segnata da alti e bassi che l’hanno ferita. Colpita nel suo intimo. Fino al 14 maggio 1995 quando, a 48 anni, venne trovata morta nella sua casa di Cardano al Campo, in provincia di Varese. Fu ritrovata distesa sul letto, con il decesso avvenuto 48 ore prima. Sola. Ancora una volta.

Volata in cielo troppo presto rispetto ad una vita alla quale poteva ancora dare e ricevere tanto. Spezzando l’esistenza di un’artista che ha rappresentato (e rappresenta) un’icona della musica italiana. Anche, e soprattutto, per la Calabria. La sua terra che, è giusto dirlo, troppe poche volte le ha reso quel giusto onore che un’artista come lei merita.

 

 

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