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I tifosi a Camigliatello

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Questa volta non ci sono tante Calabrie ma una sola Calabria, una sola Italia. La notte è stata lunga e l’alba è durata tutta la mattina dietro i nostri eroi nazionali che hanno conquistato Wembley e sono già tornati in Italia.

E noi calabresi siamo stati davvero grandi, per una notte italiani come gli italiani tutti. Almeno in questo! In piazza a strombazzare e a gioire, tutti, grandi e piccoli.

Finita la partita mi sono messo in macchina per le strade di Cosenza, la gente era già tutta su Corso Mazzini, davanti il Comune, e scendeva a frotte a piedi o in auto. Un delirio che mi ha ricordato la notte di Italia-Germania 4-3 (ero un ragazzino e parlare di pallone davanti al
bar Manna e al Gatto con Piripicchio o Alfonso non era possibile. Ne sarei uscito a pezzi come capitò invece a tanti ingenui malcapitati che si inventarono esperti di calcio per una
notte).

Poi ci fu quell’altro 11 luglio, del 1982, un’altra domenica di caldo asfissiante, ma chi lo sentiva? E ieri sera è stato di più, ancora più forte. I motivi ci sono tutti, un anno e mezzo di pandemia non ancora finita ha pesato assai.

Comunque ieri notte non finiva più e allora sono salito in Sila. A Camigliatello – pensavo – non ci sarà nulla. Errore da matita rossa! Davanti ad Egidio e su tutte le strade della capitale del turismo montano un’altra follia di folla in delirio.

Clacson a manette e bandiere al vento. Ed erano già passate le 2. E intanto mi arrivavano le foto di Catanzaro, Crotone, Vibo, Reggio e di tutti i nostri paesi. Per una notte siamo stati
calabresi come tutti gli italiani, uguali e felici. Al diavolo le tante calabrie. Grazie Mancio!

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