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Un evento culturale calabrese

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DOVE ti giri giri in questi giorni nell’unica Calabria che vedi (qui le tante calabrie si riunificano) c’è un festival, una sagra, una presentazione di un libro (ovviamente anche quello del sottoscritto che dunque non si toglie dalle critiche. Anzi…), un salotto letterario etc etc.

Alla faccia del Covid anche, ma non è questo il punto. Vien voglia di girarsi dall’altra parte, tanta è l’offerta gigantesca dinanzi ad una domanda che resta però quantomeno incerta.

Dal Pollino allo Stretto si fa fatica a restare dietro ad un diluvio di iniziative, dentro cui si fa fatica a capire dove sta la qualità (che pure c’è) e dove invece siamo allo strapaese.

Direte voi: ma è così in tutt’Italia, dappertutto! Vero ma fino a un certo punto, perché se diamo il peggio di noi in questi 30 giorni (che tra l’altro sono già iniziati da un pezzo) si farà fatica a far capire il nostro vero volto a chi arriva da fuori: chi sono questi calabresi?

Magnifici e impareggiabili lettori e divoratori di cultura o per la verità ultimi nelle classifiche di vendita e diffusione di libri, giornali etc (come certificano tutte le statistiche recenti e meno recenti)?

Per non parlare delle allegre bicchierate di sagre culinarie dove va a farsi strabenedire tutto lo sforzo titanico di singoli e associazioni per valorizzare le nostre tante qualità gastronomiche!

Insomma, sarà il caldo torrido e asfissiante che ci perseguita ormai da un mese ma, davvero, diamoci tutti una calmata se possibile: facciamoci un bel bagno a mare o una salutare passeggiatina in montagna. Che è meglio, sentite a me.

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