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Donna Assunta Almirante

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Compie oggi cento anni donna Assunta Almirante, seconda moglie di Giorgio, il leader assoluto del Movimento Sociale Italiano.
 
Primo nome Raffaella Stramandinoli, ma nota alle cronache politiche come donna Assunta Almirante. First lady nera, mediatica, carismatica, un passo sempre dietro Giorgio e custode della sua memoria.

Al marito allacciava le scarpe, sceglieva le giacche (la svolta del doppiopetto firmata Litrico) ma era anche la sua coscienza critica.
 
Spinse per la successione al giovane Fini, Giorgio era titubante. Lei lo sconfesserà dopo la vicenda della casa di Montecarlo. In casa missina, dove non mancava la maldicenza ad arte, con insistenza si spargeva veleno dicendo che donna Assunta fosse l’amante di Gianfranco.
 
Nasce a Catanzaro. Scarse e frammentarie le notizie sui suoi primi trent’anni. A Sabelli Fioretti dice della sua infanzia: “Normale, felice, a Catanzaro, niente di particolare”.
 
Sposa a 17 anni il marchese Federico de Medici, molto più grande di lei. Lei è di famiglia liberalmonarchica, uno zio è il deputato Dc Foderaro. Si trasforma in imprenditrice agricola occupandosi dei possedimenti del marito. Una rarità per quei tempi trovare una donna che comanda su degli uomini, vuole essere “una capobanda”.
 
Galeotta fu Cirò Marina. 1951. Raffaella ancora non donna Assunta si reca presso un suo parente, il conte Sabatini, per vendere una grossa partita d’uva. Compare il giovane Almirante. Lui è sposato ed ha una figlia. Lei tre. Si piacciano, lei fa la sbarazzina. Lo accompagna all’aeroporto.

Poco tempo dopo si reca a Roma per chiedere a Giorgio una raccomandazione per un concorso di una cugina.
 
Diventano amanti. Amore celato al partito e alle famiglie.

Ci vorrà il 1968 per unirsi. Almirante separato (dovrà molto arrampicarsi sugli specchi per difendere la sua scelta contraria al referendum sul divorzio) e lei resta vedova. Un raro caso, per l’epoca, di famiglia allargata. Lui la chiama “Zio Adolfo” per come s’impone, ma è un suo punto di riferimento e lo resterà nel tempo. Fino alla morte.
 
Assunta non ha mai smesso di essere imprenditrice. Ha allargato i suoi possedimenti catanzaresi ad altre regioni d’Italia commerciando in tabacco, vino, frutta. Ed è stata tra le prime ad importare mucche frisone dall’estero. Con i suoi guadagni ha spesso finanziato la politica del marito.
 
Icona di destra e della politica spettacolo. Si è sempre dichiarata “Italiana e calabrese” non disdegnando inviti elettorali e pubblici.

 Ha scritto di lei Giuliano Ferrara: “È il tipo classico del potere carismatico: fosse vivo Max Weber, il grande sociologo della prima metà del Novecento, avrebbe studiato il suo caso”.
 
Che centenaria donna Assunta. E che capotosta.

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