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Gratteri riceve il premio per la Legalità contro tutte le mafie "Premio Mondiale Tulliola Renato Filippelli"

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ROMA – Il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha ricevuto, ieri, il “Premio per la Legalità contro tutte le mafie”, – Premio Mondiale Tulliola Renato Filippelli, XXVII Edizione. La manifestazione si è svolta nella sala Zuccari del Senato della Repubblica.

La medaglia simbolo del premio è stata consegnata al procuratore dal presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, riconoscendo i “suoi alti meriti nella lotta alle mafie”.

La motivazione è stata illustrata da Carmen Moscariello, che guida il Premio Tulliola: “Al Procuratore Nicola Gratteri per il suo operato caratterizzato dalla speranza, dalla determinazione, dalla certezza di vincere la ‘ndrangheta e tutte le mafie. Grazie al suo coraggio immenso nel mai temere la morte. Il suo essere – oltre che magistrato di altissimo valore – anche scrittore e amante della buona cultura, l’essere chiaro e preciso analista di fatti inerenti alla malavita organizzata, non ultimo, il suo amore incondizionato per i giovani, tutto questo ha portato la Giuria del Premio Presieduta da Dante Maffia ad assegnargli la preziosa medaglia del Presidente della Camera dei Deputati Onorevole Roberto Fico concessa solo agli uomini che hanno segnato positivamente il destino del nostro Paese”.

Nella lunga esperienza in magistratura del procuratore Gratteri sono numerose le operazioni e le indagini svolte per contrastare il fenomeno della ‘ndrangheta, nonostante le numerose minacce, rivolte anche ai familiari.

Gratteri non ha mai smesso di portare avanti il suo impegno, con tenacia e caparbietà, anche attraverso prese di posizione nette che in alcuni casi lo hanno posto come baluardo di difesa di un sistema giudiziario necessario per contrastare il fenomeno mafioso in Italia.

Come riporta il sito giornalistiitalia.it, dopo aver ringraziato gli organizzatori della manifestazione per il Premio assegnatogli, il Procuratore Gratteri non ha esitato a riaprire in questa sede un suo vecchio contenzioso con i giornalisti italiani. Non sono mancati, infatti, riferimenti alle ultime disposizioni del Governo in tema di “Presunzione di innocenza”, disposizioni che “condizionano” moltissimo – ha lamentato l’alto magistrato – il racconto che i procuratori della repubblica potranno fare da ora in poi delle loro inchieste.

«A me – ha detto Gratteri – non chiuderà mai la bocca nessuno. Sono una persona libera che non ha timore di niente e di nessuno, e chi mi conosce sa bene che dico sempre quello che penso. Se non posso dire la verità è perché non posso dimostrarla. Per quanto mi riguarda, penso alle nuove direttive, noi continueremo a parlare e a spiegare all’opinione pubblica, che ne ha pieno diritto, quello che è il nostro lavoro quotidiano, soprattutto se si tratta di personaggi noti e quindi pubblici. In Italia ancora non è stato ancora negato il diritto di informazione della stampa».

E qui ricompare, forte e determinata, la vecchia polemica con l’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa: «Mi aspettavo che Ordine e Sindacato dei giornalisti italiani prendessero posizione, difendessero i loro interessi, rivendicassero piena libertà nel poter comunicare liberamente le inchieste della magistratura, e informare il cittadino. E invece, il silenzio. L’unica cosa che mi dispiace è che ho visto la categoria dei giornalisti, a livello nazionale e locale, molto timida nella protesta, quasi queste nuove imposizioni e direttive andassero bene al mondo della comunicazione. Purtroppo, è così, mi ha meravigliato non poco questo atteggiamento timido dei rappresentanti dei giornalisti, per giunta in questo Paese dove c’è sempre più bisogno di libertà e di autonomia».

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