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COSENZA – Treni vecchi e con oltre diciotto anni di “onorato” servizio, investimenti aggiuntivi totalmente azzerati dalla Regione, nessuna contestazione aperta da quest’ultima per disservizi nell’arco di sette anni e tariffe alle stelle. Per riassumere l’enorme voragine infrastrutturale che divide la Calabria dal resto dell’Italia si potrebbe partire dalle considerazioni contenute nell’ultimo rapporto “Pendolaria” di Legambiente sui servizi ferroviari. Strano a dirsi, visto che in tutta Italia si è sperimentato quello che tutto il mondo sa: se si aumentano i servizi ferroviari ci sono più passeggeri. Sembra un discorso facile sostenuto da cifre (in tutto il Paese c’è un aumento del 6,8% dei passeggeri su treni regionali a fronte di un risicatissimo aumento dell’offerta dello 0,2%), ma non in una regione del Sud come la Calabria. Eppure, come dicevamo, basta migliorare il servizio per avere risultati. Il Frecciargento Roma-Reggio Calabria, per esempio, ha trasportato circa 100mila passeggeri.

VOGLIA DI ALTA VELOCITÀ – La prima considerazione da fare è questa. I passeggeri che usano i treni ad alta velocità stanno aumentando ovunque, anche in Calabria dove le Frecce sono sempre più utilizzate. Ma c’è da fare i conti con la qualità del materiale.

TRENI VECCHISSIMI – Non siamo i peggiori (in assoluto lo è la Basilicata) ma ci siamo vicini. In Calabria i treni hanno una media di 18,4 anni di servizio, il 53,6% dei 95 treni totali hanno più di 15 anni.

VIAGGIATORI IN CALO – In queste condizioni la nostra regione è quella che registra un calo del 2,4% dei passeggeri tra il 2011 e il 2018. Da ventiseimila si è scesi a venticinquemila 360. Un calo tutto sommato irrisorio.

SPESA AGGIUNTIVA ZERO – Il problema della spesa è l’architrave di tutto. Perché proprio qui si svelano le differenze. Tutto ruota attorno ai contratti di servizio con i gestori dei treni. «A fronte di minori risorse – scrive Legambiente – si sono avuti tagli in quasi tutte le Regioni. In particolare le Regioni hanno la responsabilità per un passaggio assolutamente fondamentale, come è quello di definire il Contratto di Servizio con i gestori dei treni. Una responsabilità che avrebbe dovuto portare a individuare risorse nel proprio bilancio da aggiungere a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (dunque i treni nuovi e/o riqualificati)». E invece dalla Regione non c’è stato nessun investimento: nel 2018 zero. Neanche un centesimo. Fino al 2017 sono stati però investiti oltre novanta milioni di euro.

TARIFFE AUMENTATE A DISMISURA – Nel paradosso calabrese ci stanno le tariffe. Incredibilmente aumentate del 20% in una manciata di anni. Mentre i servizio è quello che è, con un costante aumento di nuove reti ad alta velocità a discapito delle linee storiche italiane quasi del tutto abbandonate, i costi per i passeggeri sono aumentati. Un effetto “spauracchio” che ha ridotto anche il numero dei passeggeri.

SANZIONI ZERO – Strano quindi vedere quello “zero” applicato anche alle sanzioni per disservizi nell’arco degli anni tra il 2010 e il 2017. Come dire: va tutto bene.

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