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COSENZA – Difficile scrollarsi di dosso quello sguardo di dissimulato pietismo quando una persona con un handicap si presenta. Specie se lo fa davanti a una platea televisiva. Eppure sono bastati pochi attimi affinché Eugenio Scarlato, trasformasse quello svantaggio in marcia in più. Il giovane, calabrese di nascita, bello e solare è rimasto sordo a soli dieci mesi. La sua vita ha preso una piega diversa quando si è trasferito a Bologna dove, frequentando, un giro di appassionati di musica, ha avuto l’intuizione di cominciare a cantare con le mani anzi, o meglio, a rappare con le mani. Incastrare rime e versi a gesti in canzoni mute dalle strofe silenziose offre uno spettacolo strano, ma molto musicale.
Una gioia per gli occhi e anche un modo unico per permettere di “ascoltare” le parole spesso di denuncia che caratterizzano i testi dei rapper. Eugenio Scarlato, il primo e unico rapper sordo d’Italia, canta proprio per i sordi in lingua italiana dei segni. Rime visive segnate dai gesti mentre il pubblico “ascolta” la canzone guardandola. La sua originalità, la sua frizzante vitalità e l’originalità del mezzo espressivo con cui ha proposto la sua canzone muta “Dubbio dubbio” gli è infatti valsa il voto favorevole della giuria di “Italia’s got talent”, facendolo arrivare alla fase delle semifinali del popolare programma televisivo di Canale 5. L’applauso che gli ha decretato il pubblico, silenzioso, alzando e agitando le mani come ali di farfalla, ha decretato quanto questa singolare idea abbia conquistato anche gli spettatori. Una bella gratificazione per il ragazzo calabrese di 34 anni che è diventato padre da pochi mesi e che definisce questa suo mestiere quello del “lis performer”. Un performer che ha avuto esperienze anche in teatro, prima dell’incontro che gli ha fatto intraprendere questa particolare strada, quella con il musicista salernitano Alfonso Marrazzo, autore delle basi musicali che usa per i suoi pezzi. Un musicista, ma anche un ragazzo molto sensibile ai problemi dei non udenti, tanto che nei mesi scorsi, a Bologna, ha aperto il primo locale gestito da ragazzi sordi che punta su cibo, cultura e sull’integrazione di linguaggi differenti. Aperto a tutti. Chi prova a usare lingua dei segni per ordinare, ottiene come incentivo un piccolo sconto. Attaccate alla porta d’ingresso, infatti, ci sono le foto di come si dicono birra o mojito in Lis. Per i più timidi, invece, c’è una bacheca – “L’angolo del cocciuto” – con tanti bigliettini tra cui scegliere da mangiare e da bere: si staccano e si portano al bancone del bar. Per i non udenti, ovviamente, le difficoltà non esistono. Eugenio spera che la sua partecipazione al talent di Canale 5 possa accendere una luce sul mondo parallelo dei sordi, perché a volte, per capire, bisognerebbe semplicemente allargare i nostri sensi.

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