X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

 

COSENZA – Dopo il successo di ieri sera del suo “Legge Napoli” e in attesa della replica di questa sera, Toni Servillo anche nella giornata di oggi è stato protagonista sul palcoscenico del Teatro Auditorium dell’Unical, per la giornata di studi dedicata alla sua lunga e intensa carriera di attore e di regista teatrale.
Intorno alle 10, dopo i saluti del direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Raffaele Perrelli, gli interventi di Stefano De Matteis (Università di Salerno), Gianfranco Capitta (Il Manifesto) e dei docenti Unical Roberto De Gaetano e Bruno Roberti, che con le loro relazioni hanno inteso analizzare tutte le sfaccettature del Servillo attore e del suo modo di rapportarsi con il teatro. 

LE FOTO DI TONI SERVILLO ALL’UNICAL

L’artista partenopeo giunge in teatro intorno a mezzogiorno («Scusate, ma abbiamo fatto tardi ieri sera» ironizza con i presenti), ma subito si lascia andare nel racconto, coinvolgendo gli ascoltatori in un viaggio serrato nella sua idea del mestiere di attore. «Un’esperienza molto faticosa, che mi ha portato anche a molte privazioni della vita privata, ma che continuo a fare per due terzi dei giorni dell’anno, perché non c’è via diversa dalla pratica teatrale per riuscire a giungere a quella sorta di involontarietà del suo agire, con cui l’attore deve riuscire a creare l’empatia con il proprio pubblico». In un’arte fugace, legata al “culto del momento”, come quella teatrale, l’attore deve riuscire a frantumare il proprio io, passando ad un noi collettivo in cui lo spettatore, qualsiasi spettatore, sia in grado di riconoscersi. E importante è il lavoro sui testi da rappresentare. «L’attore deve compiere un lavoro di scavo nel tessuto di valori che emerge da un testo e deve riuscire, tramite un lavoro lento e profondo, a saper dare e dire qualcosa in più, con la sua interpretazione. Ecco perché col passare del tempo ho dato sempre meno importanza all’aspetto formale del teatro, concentrandomi di più sui contenuti. Non sono caduto nella trappola dell’iconoclastia». 

Al termine dell’incontro, Servillo si è trattenuto con i giornalisti e poi con studenti e fan, pronti a strappare, all’artista una foto o un autografo a ricordo di questa intensa giornata.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE