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COSENZA – Toni Servillo torna all’Unical. Insieme a lui il fratello Peppe, con cui riprende il felice sodalizio dopo il successo internazionale de “Le voci di dentro”, e i Solis String Quartet.

“La parola canta” – il 19 gennaio al Teatro Auditorium dell’Università della Calabria – è un recital, è uno spettacolo, è un concerto, con i fratelli Servillo che recitano canzoni e cantano poesie, attraversando l’opera di Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Enzo Moscato, Mimmo Borrelli, E. A. Mario o Libero Bovio. È «un sentito omaggio alla cultura partenopea, rappresentato attraverso la sostanza verbale di poeti, musicisti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore.

Un ritratto in prosa, versi e musica di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni» dice Toni Servillo, a proposito dello spettacolo. Lontano dai luoghi comuni e dagli stereotipi, per raccontare Napoli quindi partendo dalla vitalità esplosiva della sua lingua e cercandone l’identità tra parole che attraversano la letteratura, il teatro, la poesia. Una poesia viscerale, che si fa testimone e interprete della Napoli più verace, e che quando non basta chiama in soccorso la musica.

“La parola canta” è anche una nuova tappa del viaggio artistico di Servillo alle radici di una «lingua materna ed esperienziale» , che all’Unical era iniziato due anni fa con “Servillo legge Napoli”, un doppio sold out per un reading in cui l’attore si faceva voce e maschera di una cultura popolare che si riappropriava, come raccontò lui stesso agli studenti dell’Università della Calabria, della sua forma originale. «Quella di una esecuzione, che ha a che fare con le litanie, le melopee, le richieste di aiuto, le indignazioni».
Da quella prima esperienza all’Unical, che affiancò al doppio spettacolo anche delle giornate di studio, è nato anche un libro (“Toni Servillo, oltre l’attore”, edito da Donzelli), un volume collettaneo curato da Roberto De Gaetano e Bruno Roberti, che raccoglie le riflessioni “in presa diretta” di Servillo nella sua lectio in ateneo e i contributi di studiosi e critici che ne hanno seguito nel tempo il lavoro. Un volume sulla verità dell’attore, in bilico tra attualità e virtualità (è virtuale il personaggio, è attuale la resa che ne fa l’interprete), come ricorda De Gaetano all’inizio del testo, riprendendo Deleuze.

Non è, infine, solo una presenza in cartellone lo spettacolo in programma al Tau il 19 gennaio. Il ritorno di Servillo all’Unical si colloca anche nel solco di un dialogo ormai avviato tra il Teatro auditorium, il Centro arti musica e spettacolo dell’Unical e “Teatri Uniti”, la compagnia di Toni Servillo e Angelo Curti che proprio al Tau sta lavorando in questi giorni all’allestimento del Calderon di Pasolini.

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