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Il set di "Freaks Out" di Gabriele Mainetti

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CINQUE gli italiani in gara al Festival di Venezia 2021. Tra loro, Gabriele Mainetti con “Freaks Out” e Michelangelo Frammartino con “Il Buco”. Entrambi i film, pronti a essere presentati nel corso della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dall’1 all’11 settembre, hanno a che fare con la Calabria perché qui girati e, grazie al sostegno della Calabria Film Commission, anche finanziati.

“Freaks Out”, che nel cast conta Claudio Santamaria, Pietro Castellitto e il cosentino Max Mazzotta, è stato in parte girato a Camigliatello Silano. Nel 2019, dopo tre settimane di riprese nel Comune di Spezzano della Sila, Mainetti pronunciò queste parole nel corso della conferenza di presentazione del suo secondo film: “I boschi maestosi, la natura aspra, selvaggia e forte e soprattutto il trenino a vapore mi hanno portato a scegliere questa terra. Non ho dubbi: la Sila si sposa alla perfezione con il mio linguaggio cinematografico, con ciò che voglio raccontare”.

E in “Freaks Out”, realizzato anche con la fattiva collaborazione di Ferrovie della Calabria, dal momento che proprio la tratta ferroviaria del “Treno della Sila” ne divenne il set, si racconta un pezzo di Storia: il nazismo, la Roma città aperta del 1943, senza stereotipi o luoghi comuni.

Fondamentale, per la realizzazione del film – la cui uscita a causa del Covid è stata inevitabilmente posticipata – l’impiego di maestranze locali e più di cento figurazioni locali. Il Pollino con l’Abisso del Bifurto è stato ed è, invece, l’ambientazione de “Il Buco” di Frammartino (Le quattro volte), che racconta la storia di un gruppo di giovani speleologi immersi, nell’estate del 1961, nel sottosuolo meridionale.

“Chi ama il cinema – ha dichiarato il regista – sa bene che il fuori campo, l’invisibile, rappresentano la sua sostanza più profonda. Mi colpisce la coincidenza che speleologia, cinema e psicoanalisi abbiano il loro battesimo nella stessa data, il 1895”.

Nella pellicola di Frammartino, che all’Università della Calabria tenne pure diversi workshop sulla settima arte, lo sguardo, inoltre, di un vecchio pastore, unico testimone di un territorio incontaminato. Anche nel caso de “Il Buco”, con Paolo Cossi, Jacopo Elia, Denise Trombin e Nicola Lanza, la punta dello Stivale è, dunque, divenuta set cinematografico. E anche in questo caso, importantissimo è risultato il sostegno della Calabria Film Commission.

Conto alla rovescia tutto calabrese, insomma, per la corsa al Leone d’Oro dopo il recente successo di Jonas Carpignano con il film “A Chiara” a Cannes (LEGGI).

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