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IL procuratore Giacomantonio sostiene che Bergamini non fu evirato. E aggiunge però che il  calciatore subì una devastazione in tutta la zona del bacino: lesioni e ferite provocate dallo schiacciamento dell’addome quando il camion investì il giocatore. 

Il Quotidiano ha riportato alcune frasi scritte  in una perizia compilata nel 1990 dal professor Avato e sostanzialmente confermata dai periti di oggi, dando una interpretazione giornalistica condivisa da altri media. Dicono le carte e fa intendere il professor Testi che è presumibile che quando il camion prese Bergamini, il giovane di Argenta era già disteso per terra: morto. Abbiamo anche scritto che quel lavoro di Avato non portò chi doveva indagare ad individuare un colpevole. Può darsi che sbagliamo in questa considerazione. Ma c’è una cosa che non si può smentire: l’ipotesi del suicidio, il fatto che il giovane si sia buttato sotto quel camion  non sta più in piedi. Anzi il procuratore con le sue parole sembra avallare l’ipotesi di omicidio quando racconta la versione dello schiacciamento.

   Certo con il nostro lavoro non abbiamo voluto indirizzare chi ora sta indagando verso una ipotesi piuttosto che un’altra. Tanto è vero che non ci sono affatto piaciuti dei toni riscontrati sui social network da parte di chi ritiene di difendere la memoria di questo povero giovane alimentando una caccia alle streghe e facendo processi sommari contro preseunti colpevoli. Né abbiamo voluto fare di ogni erba un fascio. Ci sono poliziotti e magistrati che fanno quotidianamente bene il loro lavoro. Con serietà e con grossi rischi. Ma  c’è anche chi non lo fa. Così come troppa gente che era vicina a Bergamini ha preferito tacere piuttosto che dare una mano agli inquirenti. Ecco, il Quotidiano ha voluto soltanto risollevare il velo su questo caso, lasciando che ognuno facesse il proprio mestiere. 

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