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TRA il Cosenza e la Lega Pro sembrerebbe esserci ormai soltanto la Vallèe d’Aoste, neopromossa in Seconda divisione, ma con pesanti problemi di natura finanziaria e strutturale. La società che ha sede a Saint Christophe nella giornata di ieri, 16 luglio, è riuscita ad approntare il ricorso avverso l’esclusione sancita a seguito di un primo esame della Covisoc. 

Il presidente Filippella ha indicato come struttura in cui giocare lo stadio di San Giusto Canavese in Piemonte (dopo il “no” di Ivrea), ma dovrà essere adesso il Consiglio Federale della Figc a decidere, dopodomani, se accogliere o meno la destinazione di San Giusto Canavese, visto che da regolamento non si può indicare una struttura esterna alla propria regione di appartenenza (Macalli nei giorni scorsi aveva assicurato i valdostani che su questo punto il Consiglio Federale sarebbe ricorso a una deroga speciale). Lo stesso Consiglio dovrà poi valutare la regolarità della fidejussione di 300 mila euro presentata da Filippella. Quest’ultimo è riuscito solo all’ultimo momento a ottenerla, addirittura grazie a una banca di Benevento (la Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio S.p.A.). Suona strano il fatto che ci si sia dovuti rivolgere a un istituto di credito tanto lontano. 

Il Cosenza, che di per sé, ha tantissimi problemi da risolvere, con una società fortemente in ritardo in quanto a programmazione. L’esito dell’esame della domanda del Vallèe d’Aoste sarà l’ago della bilancia per dare il via alla nuova stagione in serie D o Lega Pro. In quest’ultima categoria, in caso di bocciatura dei valdostani, il Cosenza entrerebbe di diritto e quindi sarebbe “ammesso” e non tecnicamente “ripescato”.

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