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HANNO sognato l’oro fino ai 16 minuti finali. Poi la Croazia ha dilagato e il primo gradino del podio è diventato impossibile da scalare. Per il Settebello della pallanuoto, però, arriva una medaglia d’argento che aggiunge prestigio alla squadra azzurra e metalli preziosi al medagliere. Anche a quello, molto particolare della Calabria, dato che sotto la calottina azzurra numero 2 c’era Amaurys Perez, cubano di nascita ma cosentino d’anagrafe dopo il matrimonio con Angela che gli ha regalato la cittadinanza e con essa la possibilità di esibirsi per il tricolore.

 

Due i gol messi a segno dal colosso delle vasche – 98 chilogrammi per 194 centimetri – nella competizione olimpica: uno è arrivato nella vittoria per 9-6 sul Kazakistan e l’altro in quella per 11-9 sull’Unghera, nella semifinale che ha aperto alla squadra italiana le porte della partita più importante, quella per l’oro. Proprio in finale, per Amaurys quasi 10 minuti in vasca sui 16 complessivi. Ma è stata una gara durissima che dopo il primo quarto chiuso in vantaggio dagli azzurri per 2-1, ha visto i croati dilagare con parziali successivi di 2-0, 2-1 e 3-3 per un finale di 8-6 che assegna al Settebello il gradino intermedio del podio.

 

Per Perez, a 36 anni, è un sigillo importante su una carriera che lo ha visto esordire nella massima serie italiana proprio con la squadra di Cosenza, con la quale aveva appena vinto il campionato di A2. E Cosenza, dopo il matrimonio, è diventata la sua città, anche se di recente la famiglia ha attraversato il Campagnano e si è trasferita a Rende. E’ lì, adesso che Amaurys porterà la medaglia d’argento, la seconda ad arrivare nella città bruzia dopo il bronzo della Judoka di Longobucco, Rosalba Forciniti. E a chiudere un bilancio memorabile per la Calabria, c’è anche il settimo posto conquistato nel nuoto sincronizzato da Mariangela Perrupato, nata a Castrovillari da genitori di Saracena, che si è esibita in coppia con Giulia Lapi arrivando fino alla finale. 

 

Londra 2012 chiude, ma a Cosenza la ricorderanno per un bel po’: erano solo due e mezzo i calabresi alle olimpiadi, ma si sono fatti valere.

Andrea Gualtieri

 

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