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PERUGIA – Carmelo Imbriani non ce l’ha fatta. Il linfoma di Hodgkin ha stroncato l’ex attaccante di Napoli e Benevento, e che da poco aveva iniziato la carriera di allenatore, all’età di 37 anni.  Era stato ricoverato da dicembre all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. I primi sintomi della malattia si erano manifestati la scorsa estate proprio durante il ritiro precampionato del Benevento. Cresciuto nel Napoli aveva esordito nella massima serie il 27 febbraio 1994, mandato in campo da Marcello Lippi al 79′ della partita Napoli-Cagliari (1-2). Ha vestito anche le maglie di Pistoiese, Casarano, Genoa, e per tre stagioni a Cosenza, Salernitana e Foggia. 

In riva al Crati militò dal 1999 al 2002, quando la squadra silana si trovava in serie B e arrivò a sfiorare la promozione nella massima serie sotto la guida di Bortolo Mutti. Per Imbriani, in totale, 46 presenze e 2 reti che gli bastarono a conquistare l’affetto della tifoseria rossoblù. Ma il calciatore campano visse anche un stagione con il Catanzaro, nel 2005-2006, con sole 11 presenze, sempre in serie B.

Il 29 novembre 2011 era stato promosso ad allenatore la prima squadra del Benevento. Nelle scorse settimane il mondo del calcio aveva voluto fare sentire la sua vicinanza a Imbriani attraverso diversi video con protagonisti alcuni capitani delle principali squadre di A mentre moltissime squadre, dal massimo campionato alla Lega Pro, avevano deciso di indossare una t-shirt con la scritta «Imbriani non mollare» prima dell’ingresso in campo. E domenica a Cosenza sarà osservato un minuto di silenzio in sua memoria, mentre la squadra scenderà in campo con il lutto al braccio.

Da Catanzaro, è arrivato un messaggio di cordoglio: il presidente Giuseppe Cosentino, il tecnico Francesco Cozza, l’allenatore in seconda Massimo D’Urso, il direttore sportivo Armando Ortoli, la squadra, tutti i componenti dello staff tecnico e dirigenziale, si dicono vicini «al grande e indescrivibile dolore che ha colpito la famiglia di Carmelo Imbriani» ed esprimono cordoglio anche «al presidente Vigorito e alla società del Benevento calcio per la perdita di un uomo che ha rappresentato molto più che un semplice tecnico o sportivo». 

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