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«E’ INUTILE nasconderlo, sarebbe un sogno allenare il Milan, ma non adesso anche perchè devo ancora imparare molto come allenatore». Rino Gattuso torna a San Siro, il Sion del quale lui è capitano-allenatore subisce sei reti (a zero) ma per lui è comunque una festa. I circa 4 mila tifosi accorsi allo stadio lo hanno visto solo in tuta a bordo campo a dirigere la squadra ma gli hanno dedicato un’infinità di cori, a riprova che il centrocampista calabrese campione del mondo è rimasto nel loro cuore.

Lui dimostra di ricambiare: «Per qualche minuto mi sono sentito di nuovo un giocatore del Milan dopo una vittoria importante», dice. E poi ammette che la panchina rossonera è nei suoi sogni: «Sarei ipocrita a dire che non mi piacerebbe, ma non sono ancora pronto, devo mangiarne di pastasciutta…». Qualche mese racconta di aver ricevuto una chiamata da Silvio Berlusconi («Ma per un altro ruolo») ma intanto si sta cimentando da un mese con l’esperienza di allenatore-calciatore per la quale non avrebbe nemmeno il patentino: in questi giorni sarà scelto il tecnico da affiancargli, dopo che il presidente Christian Constantin (uno che «ha esonerato più allenatori di Zamparini» dice Gattuso) ha mandato a casa il tecnico affidando la squadra al suo uomo più rappresentativo. «Non sono ancora pronto per allenare un club come il Milan. Già faccio fatica a gestire uno spogliatoio come quello del Sion» ha detto Rino.

Per ora dunque nessuna rivalità Allegri, salutato con affetto prima e dopo la gara. Gattuso smentisce anche dissidi con l’allenatore che lo avrebbero indotto a lasciare il Milan: «Non abbiamo mai litigato», assicura l’ex rossonero. E Allegri ricambia il garbo: «Rino ha tutte le caratteristiche per allenare. Chi è più pronto fra lui, Inzaghi e Seedorf? Non so, ora fa piacere a me restare qui, ci sto molto volentieri». 

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