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CATANZARO – A distanza di pochi giorni dalla scomparsa di Bruno Pesaola, detto il “Petisso”, il calcio italiano ha perso un altro dei suoi maestri. La scorsa notte, all’età di 89 anni, è morto a Ferrara Giovan Battista Fabbri, GB per tutti. Nato a San Pietro in Casale (Bologna), in carriera ha allenato tra le altre Piacenza, Catanzaro, Vicenza, Ascoli, Spal, Cesena e Bologna, anche se fu nel Vicenza che ottenne i maggiori successi e soddisfazioni.

A Catanzaro ottenne una promozione dalla serie C alla B nella stagione 1984-85, entrando nel cuore dei tifosi giallorossi nonostante non rimase alla guida dei calabresi nella stagione successiva. 

Fabbri è il tecnico che, oltre ad aver lanciato Fabio Capello, ha scoperto Paolo Rossi e lo aveva portato ad essere l’alfiere di quel Lanerossi Vicenza, sulla cui panchina era arrivato nell’estate 1976, dopo che la squadra veneta aveva rischiato la retrocessione in serie C. Nell’arco di appena due stagioni, Fabbri aveva ottenuto la promozione in serie A e quindi nel 1977-1978 uno storico secondo posto nella massima serie alle spalle della Juventus. Al termine di quella stagione a Fabbri era stato assegnato il “Seminatore d’Oro” come migliore allenatore italiano dell’anno.

La stagione successiva, che vide il Vicenza per la prima volta nella storia partecipare alle coppe europee, la Uefa, si concluse amaramente, con la retrocessione in serie B.

«Per me GB Fabbri era un papà, il nostro era un rapporto come tra padre e figlio» sono le parole di un commosso Paolo Rossi, uno dei primi ad essere stato avvertito della sua scomparsa. «E’ stato un grande, una persona fondamentale per la mia carriera, sotto tutti i punti di vista – dice “Pablito” -. Gli volevo bene e non lo dimenticherò mai. Fabbri è stato quello che mi ha scoperto dal punto di vista tecnico – spiega – cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso, e doti che altri non avevano visto. Fu lui che mi ha trasformato da ala in centravanti, e i fatti gli diedero ragione».

A Vicenza, la notizia è arrivata all’indomani dell’eliminazione dalla corsa alla serie A. Nel capoluogo berico risiedono buona parte dei suoi “ragazzi” del Lanerossi di allora, tra cui Carrera, Lelj, Miani, il portiere Galli e Massimo Briaschi. Qui l’ultima volta ci era stato, lo scorso autunno, alla mostra degli eroi del calcio organizzata dall’Associazione italiana calciatori in Basilica Palladiana. Anche il Vicenza Calcio, nel suo sito internet ha voluto ricordare il maestro. «Alla sua persona e a quella squadra da lui plasmata, riconosciuta da tutti come Real Vicenza, sono legate le pagine più intense del nostro cammino calcistico», si legge nel sito della società veneta.

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