X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

REGGIO CALABRIA – Era il 1986. Joe Bryant, detto Jellybean, aveva smesso di giocare in Nba ed era già reduce da due stagioni in Italia, a Rieti. Gli arrivò, e accettò, la proposta della Viola Reggio Calabria. Un campionato solo marchiato da 69 punti segnati in una sola partita. Ma quella stagione a Reggio Calabria viene ricordata anche perchè insieme a Joe c’era suo figlio, il piccolo Kobe, che vaeva solo otto anni. Nessuno all’epoca poteva sapere che il piccolo Kobe sarebbe diventato uno dei più forti cestisti di sempre ma tutti avevano preso in simpatia per bambino di colore che sorrideva sempre alle partite del papà e alle sue, quelle disputate proprio con le giovanili della Viola.

Ecco perchè oggi che Kobe ha annunciato il ritiro, sul sito della Viola è apparsa una lettera destinata “a quel piccolo figlio di Reggio”.

GUARDA LA LETTERA

“Mentre stupivi il mondo, Kobe, diventando Black Mamba, “the Basketball” – si legge nel testo – per noi sei rimasto quel bambino: il figlio di Reggio Calabria. Non c’è angolo della tua città Kobe, dalla sabbia del lungomare di Gallico fino alle distese joniche, che non abbia respirato con il cuore pieno di orgoglio e la canottiera oro viola numero 24 la NBA, dal Draft del 1996 e fino all’ultimo secondo sul parquet del 2016 in cui non tratterremo le lacrime più dolci e amare che non sapevamo di avere. Ci hai dato per venti immensi anni la misura di cosa può arrivare a fare il basket, dalla riva di una spiaggia e fino a un deserto arido. Piccolo figlio di Reggio, immenso Kobe, sognare ad occhi chiusi tutto il chilometro più bello d’Italia che trabocca d’amore per te non costa nulla e non importa se rimarrà per sempre un sogno irrealizzabile, ci sono pochi che possono permetterselo. Questa immensa casa sul mare dello Stretto sarà sempre tua”.

Ma sempre a proposito di sogni, ce n’è ancora uno che a Reggio Calabria vorrebbero poter realizzare: “Abbiamo un sogno troppo grande per essere vero, forse lo stesso che non sapevi di avere in quella foto a otto anni – conclude la lettera – ti vorremmo di nuovo a casa, a indossare i nostri colori, a rappresentare la nostra gente come ha fatto tuo padre prima di te. C’è una maglia Nero Arancio che ti aspetta con il tuo nome sulle spalle “Bryant”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE