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Un momento della celebrazione contestata

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FILADELFIA (Vibo) – Quella Santa Messa, comunione compresa, in occasione della Domenica delle Palme, “fuorilegge”.

(LEGGI LA NOTIZIA)

Un polverone mediatico, anche nazionale, sollevato per una “dimenticanza” del parroco della chiesa di Santa Barbara, do Giovanni Primerano, ovvero, quella di chiudere le porte dell’edificio religioso, così da evitare che i fedeli entrassero per assistere personalmente alla funzione, anche se c’è stata la diretta streaming sui social network. Ma la situazione emersa nella mattinata di domenica scorsa non è passata inosservata agli occhi dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio De Nisi che, non appena appresa la notizia, è stata segnalata alle autorità di Polizia municipale che hanno visionato il video, individuando, a quanto pare, i partecipanti alla messa che sarebbero stati circa una quindicina.

Presto, dunque, saranno adottati tutti i provvedimenti previsti dai decreti ministeriali per il contenimento del “Covid-19” e, ancora, ogni altro provvedimento sarà valutato ed adottato dalle autorità in conseguenza.

Tuttavia, è stato puntato il dito contro i controlli del territorio cittadino che, a questo punto, si sarebbero dimostrati carenti visto che non hanno evitato tale accaduto. Sulle ripercussioni che ci saranno nei confronti di chi si è recato in chiesa domenica scorsa, il sindaco è stato deciso e chiaro: «Non meritavamo questo. Ancora una volta a causa di atteggiamenti superficiali di una minoranza, Filadelfia è finita nuovamente sui media nazionali.

Quanto successo nel giorno delle Palme nella chiesa di Santa Barbara, in un periodo di emergenza sanitaria come questo, non può essere ignorato. È stata trasgredita la legge. Non è stata rispettata la distanza di sicurezza, c’era chi non aveva la mascherina o una parvenza di protezione personale. È stata data addirittura la comunione alle persone, troppe per essere solo gli addetti ai lavori. Accertato ciò, – prosegue – sono state individuati i partecipanti alla messa. Non escludo la quarantena domiciliare, anche obbligatoria e “salate” sanzioni pecuniarie agli interessati. Si valuta anche di sottoporre i presenti alla cerimonia religiosa all’esame del tampone “Covid-19”». Altra ipotesi da prendere in considerazione potrebbe essere quella di una denuncia.

Da parte sua, il prete, don Giovanni Primerano, ha precisato che nella chiesa, la cui porta era rimasta aperta, sono entrate solo tre persone e che non poteva mandarle via durante la funzione.

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