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RICADI (VIBO VALENTIA) – Un manufatto litico, piatto, dalla forma subtriangolare provvisto di un foro nella parte apicale è stato recuperato nello specchio acqueo antistante la località Formicoli di Ricadi, nell’ambito di un’attività svolta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia d’intesa con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale-Nucleo Cosenza e la collaborazione tecnico-operativa del Nucleo Carabinieri Subacquei Messina.

La pietra, di tipo granitico, è alta 50 centimetri, larga 44 e presenta uno spessore di 10. Il foro, passante, a sezione circolare ha un diametro di 6 centimetri.

«Questo tipo di reperti – fanno sapere dalla Soprintendenza – sono spesso rinvenuti sui fondali marini in assenza di contesti archeologici, come nel caso specifico, per cui è molto difficile fornire un inquadramento cronologico. La tipologia del manufatto rimanda comunque ad una funzionalità in ambito marino/marinaresco quale ancora e/o più probabilmente, proprio per la presenza di un solo foro, zavorra o semplice corpo morto, non inquadrabile correttamente, per via del suo utilizzo ininterrotto, che si è protratto nel corso dei secoli, dalla preistoria fino ad oggi».

Le attività di sopralluogo, coordinate e dirette dal funzionario archeologo subacqueo Alessandra Ghelli, con la collaborazione del funzionario archeologo Michele Mazza sono state svolte sotto l’egida della Soprintendenza diretta da Salvatore Patamia a seguito della segnalazione fatta dall’archeologo Manuel Zinnà.

Il reperto è stato consegnato a Vincenzo Calzona del Comune di Ricadi e depositato all’interno dei locali che, a breve, ospiteranno i reperti del nascente Museo Archeologico e Paleontologico di Santa Domenica di Ricadi.

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