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Il municipio di Mileto

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MILETO – Mentre ancora in città si discute dell’esclusione di una delle due liste in corsa per il rinnovo del consiglio comunale, arriva l’attesa sentenza della Corte d’appello di Catanzaro riguardante la dichiarazione di incandidabilità degli esponenti della precedente amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vincenzo Varone, sciolta il 6 aprile 2012 per infiltrazioni mafiose.

La Corte d’appello ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Vibo Valentia lo scorso 15 giugno che dichiarava l’ex sindaco Vincenzo Varone, l’ex vicesindaco Armando Mangone, e gli ex assessori Salvatore Vallone, Salvatore Cichello, Antonio Fogliaro, Giuseppe Labate e Vincenzo Nicolaci incandidabili. Anche in appello, quindi, sono state accolte le richieste del Ministero dell’Interno. Resta incandidabile, e per lui la decisione è definitiva, anche Giuseppe Bulzomì, ex presidente del Consiglio comunale, il quale non aveva appellato il primo verdetto. 

Lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose è stato definitivamente confermato dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato. 

Riguardo le elezioni attuali c’è da precisare che Vincenzo Nicolaci e Salvatore Vallone, candidati nella lista guidata da Domenico Antonio Crupi, possono tuttora restare in lista non essendo definitivo il verdetto sull’incandidabilità (essendo per loro possibile ricorre in Cassazione). 

Nella sentenza viene nuovamente riconosciuta la lontananza dell’ex sindaco Varone dagli ambienti criminali, tuttavia, i giudici hanno confermato quanto ribadito dal Consiglio di Stato che aveva già definito «nitido ed inquietante il quadro dei reiterati, pesanti e perniciosi condizionamenti da parte delle associazioni di stampo mafioso sull’amministrazione comunale di Mileto».
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