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VIBO VALENTIA – “Acqua sporca” venne chiamata. Nome più che mai appropriato per l’inchiesta condotta nel 2010 dal pm Michele Sirgiovanni che nel 2012 arrivò a sequestrare l’invaso dell’Alaco. Attraverso essa si fece seguito alla lunga serie di denunce nelle quali si segnalavano disagi per il colore dell’acqua che fuoriusciva dai rubinetti. Fenomeno esteso a macchia di leopardo sul territorio che aveva portato l’Ufficio di procura a rivolgere la propria attenzione a monte: cioè all’Alaco, facendo riferimento a consulenti esperti in materia (specialisti universitari). Da qui era, così, emerso come ad essere compromesso fosse tutto il sistema idrico.

Ad oltre cinque anni dall’apposizione dei sigilli al bacino artificiale il prezioso fluido continua a sgorgare di dubbio colore nelle case degli abitanti della provincia di Vibo con i divieti di utilizzo che in alcuni casi sono perenni ed in altri a singhiozzo. Una situazione di estremo disagio per la popolazione costretta a far di necessità virtù, cioè a comprare casse e casse d’acqua quando in precedenza poteva – non avendone contezza della gravità batterica – rifornirsi presso le fonti naturali.

A denunciare costantemente il danno arrecato da questa situazione – in alcuni casi condita anche da una buona dose di confusione nell’emanazione di ordinanze comunali – sono state le associazioni che si occupano della tutela dei consumatori e che, adesso, si costituiranno parte civile nell’udienza preliminare che prenderà il via, salvo imprevisti dovuti alla notifica degli avvisi, il prossimo 21 ottobre davanti al gup di Vibo. A loro si affiancherà a livello nazionale, anche “Articolo 32” (associazione che prende il proprio nome dall’omonimo articolo della Costituzione italiana, l’art. 32 secondo il quale “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”).

Sono sedici, in tutto, le persone che rischiano il dibattimento e tra queste, c’è anche il sindaco di Catanzaro, nonché ex presidente di Sorical, Sergio Abramo. Oltre a lui, compariranno davanti al giudice Giuseppe Camo, ex presidente del Cda Sorical; Maurizio Del Re, amministratore delegato Sorical; Sergio De Marco, direttore generale tecnico Sorical; Giulio Ricciuto, responsabile del compartimento area centro e degli impianti di potabilizzazione; Ernaldo Antonio Biondi, responsabile per la zona di Vibo; Vincenzo Pisani, addetto al servizio interno analisi di laboratorio e processi di trattamento delle acque; Massimiliano Fortuna; Pietro Lagadari; Domenico Lagadari; Fabio Pisani, responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico del Comune di Serra; Roberto Camillen, responsabile pro tempore del settore manutentivo del comune di Serra; Francesco Catricalà dirigente dell’unità operativa igiene, alimenti e nutrizione del distretto dell’Asp di Soverato; Fortunato Carnovale, dirigente dell’unità operativa igiene della nutrizione dell’Asp di Vibo; Rosanna Maida, dirigente del servizio Attività territoriale e prevenzione e promozione della salute del settore Area-Lea; Domenico Criniti, all’epoca dei fatti sindaco di Santa Caterina dello Ionio.

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