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Il municipio di Ricadi

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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso avanzato dall’ex sindaco e dalla sua amministrazione

RICADI (VV) – Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso contro la sentenza del Tar presentato dall’ex sindaco Pino Giuliano e dai componenti della sua maggioranza in riferimento allo scioglimento del civico consesso per infiltrazione mafiosa a seguito dell’insediamento della commissione di accesso agli atti avvenuta poco tempo dopo la maxioperazione “Black Money” contro il clan Mancuso di Limbadi.

Secondo i giudici «assumono rilievo situazioni non traducibili in episodici addebiti personali ma tali da rendere, nel loro insieme, plausibile, nella concreta realtà contingente e in base ai dati dell’esperienza, l’ipotesi di una soggezione degli amministratori locali alla criminalità organizzata (vincoli di parentela o affinità, rapporti di amicizia o di affari, frequentazioni). E ciò anche quando il valore indiziario degli elementi raccolti non è sufficiente per l’avvio dell’azione penale o per l’adozione di misure individuali di prevenzione».

L’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro aveva portato, nel 2013, all’insediamento dell’organismo investigativo voluto dal prefetto Michele Di Bari che, nel corso della sua attività, aveva accertato ingerenze e condizionamenti nel corso della campagna elettorale. La relazione aveva poi trovato conforto nelle decisioni del Consiglio dei ministri che aveva proceduto agli scioglimento degli organi elettivi. Contro quella decisione il l’allora sindaco Pino Giuliano ed altri esponenti della squadra di governo avevano presentato ricorso al Tar che però lo aveva respinto. Nuovo ricorso, dunque, al Consiglio di Stato, che ha avuto il medesimo risultato. A Ricadi si tornerà a votare il prossimo giugno in quanto sono trascorsi i 18 mesi di gestione commissariale previsti per i concessi sciolti per accertate infiltrazioni mafiose.

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