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VIBO VALENTIA – Tre persone, tra cui un sacerdote di 35 anni, sono state arrestate dalla Squadra mobile di Vibo Valentia perché ritenuti responsabili a vario titolo di prostituzione minorile e corruzione di minorenne.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, a carico di un uomo di nazionalità bulgara, M.I.; un pensionato, F.A.P., e del sacerdote, Felice La Rosa, ritenuti responsabili, a diverso titolo, della commissione dei reati di prostituzione minorile e corruzione di minorenne aggravati.

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile vibonese hanno avuto il via nell’ambito delle attività per l’omicidio di Francesco Fiorillo, avvenuto a Vibo Valentia il 16 dicembre 2015 (LEGGI LA NOTIZIA), coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia.

Nel corso di alcune intercettazioni, avviate nei confronti di persone ritenute vicine alla vittima per individuare gli autori ed il movente del delitto, sono emersi chiari ed incontrovertibili elementi di responsabilità a carico dei tre arrestati, con riguardo ai reati di prostituzione minorile e corruzione di minorenne.

In particolare, il bulgaro M.I. proponeva agli altri le prestazioni sessuali di un quindicenne straniero, chiedendo in cambio un corrispettivo in denaro per entrambi. Dalle intercettazioni telefoniche si ha modo di apprendere, in modo esplicito, che sia P.F.A. che il sacerdote Felice La Rosa hanno accettato la proposta pagando, a fronte delle prestazioni sessuali del ragazzo, la cifra di 50 euro che M.I. e la vittima hanno diviso, rispettivamente, nella misura di 20 e 30 euro a testa.

Le ulteriori indagini, eseguite con il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catanzaro, competente per il reato di prostituzione minorile, e nello specifico del procuratore capo Nicola Gratteri, del procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e del sostituto procuratore Debora Rizza, hanno permesso di accertare che M.I., non esitava a coinvolgere nei turpi incontri anche altri minori, allorquando gli si presentava l’occasione. L’operazione è stata denominata “Settimo Cerchio”, mentre i fatti si sono svolti tra Vibo, Mileto e Briatico.

La Rosa era stato parroco di Zungri fino al 2005. Da qualche tempo il vescovo aveva chiesto al sacerdote di fermarsi con l’attività pastorale per seguire alcune vicende familiari. Il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, ha espresso tutto il suo “rammarico ed il profondo dolore per i gravi fatti contestati al sacerdote che hanno portato al provvedimento restrittivo”. 

Il vescovo “esprime piena fiducia nella magistratura perché i fatti siano acclarati nella giusta dimensione ed tal fine dichiara la sua piena disponibilità e collaborazione. Ha provveduto a sospendere “a divinis” l’interessato e avvierà immediatamente tutte le procedure previste dal diritto canonico e dalle direttive emanate dalla Santa Sede”. Monsignor Luigi Renzo, invita “paternamente la comunità ecclesiale diocesana, ferita dalla notizia, alla preghiera per le persone coinvolte, in primo luogo per le vittime minorenni, cui esprime vicinanza e solidarietà, e per il sacerdote stesso”. Quindi l’esortazione alla comunità diocesana “a rimanere salda nella fede, consapevole che solo un cammino di grazia e santità può vincere il male”.

Le intercettazioni delle conversazioni tra i tre arrestati sono a “tratti sconcertanti, sia perché non lasciano dubbi sull’argomento trattato ma anche per il modo scurrile in cui ne discutono”. E’ quanto hanno ricostruito gli investigatori della Squadra mobile di Vibo Valentia, diretta da Tito Cicero.

Sulla vicenda LEGGI il commento di Pietro De Luca.

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