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Un arresto dei carabinieri

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VIBO VALENTIA – “Dammi dieci-quindici minuti”, “Hai cinque minuti per me?”, o ancora “Non ho ancora venduto la macchina ma se la prova il meccanico e a lui va bene mi porta l’acconto”. Sono solo alcune delle frasi che i carabinieri ritengono celino una contrattazione per la compravendita di droga utilizzate dalle otto persone arrestate stamani per spaccio di droga nella città capoluogo.

Un’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Vibo che ha avuto avvio da un episodio di natura completamente diversa: il danneggiamento ad un autocompattatore della Ased, l’azienda già specializzata nella gestione del servizio di raccolta differenziata. Le intercettazioni su quel fatto, dell’aprile dello scorso anno, fanno emergere le posizioni dei due fratelli Francesco e Giuseppe Ionadi aprendo la strada ad un nuovo filone d’indagine che gli uomini al tempo guidati dal capitano Diego Berlingieri seguono attentamente.

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L’inchiesta, dunque, si allarga sconfinando dal territorio della città fino a San Calogero, Nicotera, Tropea, con il capoluogo che tuttavia resta la centrale dello spaccio di mairjuana e dove Giuseppe Fortuna ha impiantato il suo quartier generale proprio nella sua abitazione. Le puntuali risultanze investigative messe nero su bianco dai marescialli Francesco Panei del Norm, e Cosimo Sframeli della Stazione e infine dal capitano Piermarco Borettaz, che ha ereditato tutta la vicenda dal collega Berlingieri, hanno consentito al pm Barbara Buonanno di rilevare gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati che hanno trovato conforto nell’ordinanza del gip Gabriella Lupoli. Lo spaccio è documentato non solo dalle intercettazioni telefoniche ma anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza acquisite dall’Arma.

“Un altro po’ passo a prendermi un caffè perché devo risvegliarmi” è un’altra delle conversazioni captate dagli inquirenti a carico degli arrestati, la maggior parte dei quali giovani che, in qualche caso, avevano anche ipotizzato di poter finire nella rete dei carabinieri: “Mi arrestano per colpa di ‘sto scemo”, è la frase che fortuna riferisce ad un suo conoscente. Mentre un altro indagato, Francesco Costa, in virtù della propria professione di panettiere, sarebbe stato solito sistemare lo stupefacente nel carico del pane quando da Nicotera si recava a Vibo. E nel capoluogo arrivava, da Calimera, frazione di San Calogero anche Giuseppe Mazzone “Sta arrivando Calimero” il cui alias ha dato il nome al’operazione.

Le otto persone raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare sono:

  1. Giuseppe Mazzone, 49 anni, di San Calogero;
  2. Antonio Ventrice, 30 anni, di Pernocari di Rombiolo;
  3. Francesco Costa, 33 anni, di Nicotera;
  4. Giuseppe Fortuna, 33 anni, di Vibo Valentia;
  5. Ezio Mercuri, 53 anni, di Vibo Valentia;
  6. Mariuccia Franza, 60 anni, di Vibo Valentia;
  7. Umberto Francesco Ionadi, 33 anni, di Vibo Valentia;
  8. Giuseppe Ionadi, 31 anni, di Vibo Valentia. 

 

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