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La casa di riposo sequestrata

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Tre persone indagate per peculato e truffa aggravata: c’è anche l’ex direttore generale della Provincia Domenico Mazzitelli

VIBO VALENTIA – Ammonta a 500mila euro il valore dei beni sequestrati ieri mattina dai militari della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia su provvedimento del pm Michele Sirgiovanni. Si tratta delle proprietà della fondazione “Pro diversamente abili Onlus” guidata dall’ex direttore generale della Provincia, Domenico Mazzitelli, con sede nel Comune di Ionadi nei confronti del quale vengono mosse le accuse di peculato, truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche. Stesse accuse mosse a carico dell’ex presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni e del dirigente Francesco Vinci.

In tutto nel registro degli indagate risultano allo stato tre persone ma il numero potrebbe aumentare. Un’indagine delicata, quella condotta dagli uomini dell’Aliquota Carabinieri e Ambiente e Territorio, che a dispetto dell’esiguo numero di risorse umane, riescono spesso a portare a termine attività di particolare spessore. Come quella di ieri, l’ultima coordinata dal pubblico ministero Sirgiovanni (che adesso si è trasferito a Firenze in qualità di giudice), con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo riguardante i beni immobili, mobili e conti correnti ed automezzi di una fondazione onlus partecipata dalla provincia di Vibo Valentia. Il tutto per un valore di mezzo milione di euro e comprendente una struttura destinata a ricovero di anziani (ora affiata ai servizi sociali del Comune), conti correnti e terreni.

L’inchiesta condotta dal maresciallo Pino Colloca e dall’ispettore Francesco Fedele, avrebbe rilevato come Mazzitelli, che all’epoca dei fatti contestati (tra il 2005 e il 2012) ricopriva la carica di direttore generale della Provincia, fosse riuscito a coinvolgere il presidente del tempo e la giunta, al fine di realizzare con fondi pubblici e – secondo la prospettazione investigativa – in modo del tutto illegittimo, la struttura in questione da destinare ad una Fondazione deputata all’accoglienza degli anziani ritenuta dagli inquirenti fittizia, gestita in modo autonomo e priva qualsiasi attività di controllo. E fittizio sarebbe anche stato il patrimonio indicato in sede notarile, con la Provincia che dichiarava il conferimento, per la costruzione del patrimonio della Fondazione, stanziando una somma rilevante (svariate decine di migliaia di euro) finalizzata alla realizzazione di un centro polifunzionale. Successivamente, con la complicità dell’ente intermedio, sarebbe stato modificato lo Statuto nella parte patrimoniale e in quella dei soci fondatori. Provincia che avrebbe elargito contributi, finanziato la costruzione delle opere ed erogato finanziamenti alla Fondazione – che non sarebbe, tra l’altro, mai stata registrata all’anagrafe – anche in epoca antecedente il riconoscimento della personalità giuridica.

Così facendo, Mazzitelli, che si qualificava come presidente della onlus pur non ricoprendo formalmente tale carica, approfittando della sua posizione di rilievo in seno alla Provincia, sarebbe riuscito a simulare la costituzione della Fondazione con la partecipazione e la complicità dello stesso ente allo scopo di ottenere la costruzione di un immobile successivamente utilizzato in maniera continua ed esclusiva a casa di riposo dietro pagamento di cospicue rette mensili da parte di questi ultimi o dei loro familiari realizzando, di fatto, una attività commerciale, avviata e gestita con fondi pubblici, dalla quale avrebbe tratto un ingiusto profitto personale.

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