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Una corsia d'ospedale

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Disposto il protocollo sanitario di quarantena da attuare per il timore di una rara patologia che fa paura: l’encefalopatia spongiforme, una variante della quale è la cosiddetta “Mucca pazza”

VIBO VALENTIA – Il caso è particolarmente delicato e ricorda uno analogo avvenuto lo scorso anno proprio di questi tempi: una persona deceduta, un protocollo sanitario di quarantena da attuare ed il timore di una rara patologia che fa paura: l’encefalopatia spongiforme, una variante della quale è la cosiddetta “Mucca pazza”.

Ciò che fa paventare un nuovo episodio è l’adozione da parte dell’Asp delle procedure di sorveglianza sanitaria obbligatoria, per come previsto dal decreto ministeriale del 21 dicembre 2001 (il decreto, firmato dall’allora ministro Girolamo Sirchia, “Sorveglianza obbligatoria della Malattia di Creutzfeldt-Jakob”), e riportato nell’albo pretorio online dell’Ente.

A differenza del 2016, in quest’occasione la vittima è un uomo, il cui decesso si sospetta essere avvenuto per il morbo in questione, una malattia neurodegenerativa rara, che conduce ad una forma di demenza progressiva fatale, le cui sindromi correlate «sono state di fatto assimilate alle malattie infettive e diffusive che comportano l’adozione di misure peculiari perché considerate di particolare interesse per i possibili risvolti sulla salute pubblica».

In tal senso, nella delibera dell’Azienda sanitaria si fa il punto su quanto accaduto, e ossia al fatto che lo scorso 4 aprile è deceduto N.M., affetto, si legge i delibera, «da sospetta malattia di Creutzfeldt-Jakob», quindi, considerato che per «tale patologia è richiesta l’attuazione delle procedure di sorveglianza sanitaria obbligatoria», la scelta di procedere al riscontro autoptico, da eseguire in centro autorizzato, con urgenza.

Essendo il centro di riferimento per la Calabria il servizio di anatomia patologica dell’ospedale Parrino – S.S. Appia di Brindisi, la determina per programmare il trasporto della salma dall’ospedale Jazzolino al nosocomio di Brindisi, «da raggiungere entro le ore 9,30 del 6 aprile». È infatti questa l’unica strada per accertare l’esatta causa del decesso del paziente in modo tale da avere la conferma della diagnosi, anche in considerazione del fatto che la malattia si presenta in diverse forme: quella iatrogena (causata «in seguito ad infezione accidentale dovuta a procedure mediche con materiale biologico contaminato o ferri chirurgici non correttamente decontaminati»), nonché in quella causata dall’esposizione «all’agente dell’encefalopatia spongiforme bovina», più comunemente noto come il “morbo della mucca pazza” che è invece trasmissibile; mentre non lo è nelle forme genetiche, dovute alla mutazione nel gene della Prp.

Al momento, tuttavia, non vi è alcun allarme, almeno fino all’esito degli esami “post mortem” sul paziente. In caso contrario, ovviamente, l’Azienda sanitaria provinciale sarà chiamata a fare chiarezza sulla vicenda al fine di rassicurare la cittadinan

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