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VIBO VALENTIA – La storia di Maria (nome inventato), la studentessa, oggi 15enne, non vedente era stata scoperta circa due anni fa. Da allora poco o nulla è cambiato. Lei continua, sì, ad avere voti alti, nonostante ciclicamente torni a verificarsi il solito problema: l’assenza di libri o comunque di strumenti didattici appositi, addirittura anche di un insegnante dedicato. Tramite la battaglia dei genitori e del loro legale, l’avvocato Giovanna Fronte, le lacune erano state sanate, ma con fatica. L’anno scorso, la ragazzina, aveva brillantemente superato gli esami di terza media iniziando il nuovo percorso alle scuole superiori. Promossa, quest’anno si sta apprestando a frequentare la seconda classe.

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Ma, come un déjà vu, i problemi si sono riproposti ed è adesso anche l’associazione “Vedo con le mani” a denunciarli in una lettera accorata: «Siamo ormai saturi anche del gioco dello scaricabarile, che sa tanto del modo più antico per esimersi dai propri doveri e dalle proprie responsabilità. Non basta quindi dire e neppure scrivere nell’attesa di risposte. Nella cornice del fare e delle cose da preparare rientra pure tutto quanto concerne il diritto allo studio e l’inclusione scolastica di alunni con disabilità».

Succede, dunque, che l’alunna non vedente in questione debba «andare a scuola senza un docente di sostegno specializzato, senza assistente specialistico Educatore Tiflologico, addirittura senza libri di testo. Docenti curriculari e compagni di classe rappresentano una grande ricchezza e due risorse di importanza indiscutibile. Ci sono? Sì, loro sì! Peccato non bastino! Dunque, quanto possiamo credere che, per lei e per chi vive condizioni simili alla sua, la scuola sia iniziata».

Non è stata sufficiente a tutelare l’alunna una sentenza del Tar la quale, nel 2015, si sperava rappresentasse un importante chiarimento che avrebbe messo le istituzioni di fronte ai propri obblighi: «Così è stato in parte per un certo periodo di tempo, ma poco è bastato per cancellare memoria delle buone pratiche adottate per via dei passaggi di competenze da un ordine di scuola all’altro». Come fu allora interessato il Comune che ha la titolarità sulle scuole fino alla Media, adesso toccherebbe alla Provincia provvedere a sanare quest’incresciosa situazione.

Alle frasi dell’associazione fanno eco quelle dell’avvocato Fronte: «È veramente paradossale come dopo diversi anni e dopo numerose pronunce dei giudici amministrativi, si debba ancora denunciare l’aperta e totale violazione del diritto allo studio per chi è portatore di disabilità. Rappresento gli interessi ed i diritti del minore non vedente a cui fa riferimento la lettera e devo personalmente affermare che è una lotta all’ultimo sangue. Grazie alla costanza e al coraggio dei genitori, grandi combattenti, siamo ancora sul campo di battaglia. La gente normale si stanca, si arrende, non ce la fa a sostenere, oltre il danno, anche la beffa di illusorie promesse, di diritti scritti e non riconosciuti. Il tempo passa sulle spalle di giovani vite – conclude il legale della famiglia della ragazzina – comunque costrette ad essere sempre considerati “diversi” e perciò destinati ai margini di una società che non è certo una “organizzazione di persone che si riuniscono per perseguire il bene comune”».

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