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Carabinieri del Noe

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PIZZONI (VIBO VALENTIA) – Più che un’isola ecologia, quel sito di circa 500 metri quadri era una bomba ecologica. Ecco perché il 9 settembre scorso i carabinieri del Nucleo Ambiente di stanza alla Procura hanno proceduto al sequestro dell’area ubicata nel Comune di Pizzoni e trasformata in un’enorme discarica a cielo aperto e ad indagare Giuseppe De Caria, “Rup” dell’ente montano (nonché capo dell’Ufficio tecnico dello stesso), difeso dall’avvocato Francesco Sorrentino.

LEGGI IL SEQUESTRO DELL’AREA

Il Giudice per le indagini preliminari, Gabriella Lupoli, in accoglimento della richiesta avanzata dalla magistratura requirente, ha convalidato il provvedimento rilevando il sito era “assolutamente privo di impianto di illuminazione, di energia elettrica, rete idrica, impianti, accessori antincendio, servizi igienici, scarichi fognari, impianto di trattamento della acque di dilavamento e dei percolai”.

Nel provvedimento, il magistrato, evidenzia che gli operanti si sono imbattuti in una gran quantità di rifiuti urbani e speciali, sversati e abbandonati in maniera indifferenziata, tra il bosco retrostante e cassoni, con liquidi che finivano nel vicino torrente “Cerasia”. Pertanto, secondo il magistrato «deve riconoscersi che la libera disponibilità dell’area sequestrata possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolarne la commissione di altri in materia ambientale mediante la protrazione dell’uso della stessa e dunque la reiterazione della condotta di smaltimento abusivo con inquinamento del terreno, dell’area e del paesaggio circostante con ulteriore aggravio delle conseguenze dannose e pericolo per l’ambiente e la salute pubblica».

Restando, dunque, così integrate le ragioni di urgenza sottese al vincolo imposto dalla Polizia giudiziaria, poiché l’attività illecita era in itinere, in quanto è stato riscontrato il conferimento da parte di dipendenti comunali alla guida di un autocarro carico di rifiuti, il gip Lupoli ha convalidato il sequestro preventivo dell’area adibita a discarica di rifiuti, confermando la nomina del custode nella persona dello stesso indagato.

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