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La riesumazione di Colloca

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Dopo sette anni dell’omicidio la svolta della Procura di Vibo

VIBO VALENTIA – A sette anni di distanza la Procura ha chiuso le indagini su uno dei più efferati delitti non di ‘ndrangheta commessi nel Vibonese: quello dell’infermiere 49enne Nicola Colloca. Era il pomeriggio del 24 settembre del 2010 quando il suo corpo venne trovato bruciato insieme alla sua auto in una isolata pineta sopra Pizzo Calabro. Un caso che rappresentò fin dall’inizio un vero rompicapo.

E gli esiti investigativi, basati anche sulla riesumazione del corpo, sono clamorosi: non più una sola persona, cioè la moglie della vittima originariamente iscritta nel registro degli indagati, ma anche il figlio, i cognati ed altre quattro persone: otto in tutto, per accuse che vanno dal reato di omicidio e distruzione di cadavere fino alla falsa testimonianza. 

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