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L'asilo di Piano di Bruno a Mileto teatro degli avvenimenti

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VIBO VALENTIA – Il giudice monocratico Marina Russo ha condannato tutte e sei le maestre accusate di maltrattamenti ai danni di un bambino, Domenico A. La sentenza vede dunque condanne che sono andate oltre le richieste del Pubblico Ministero che aveva, infatti invocato, pene per tutte le imputate a 2 anni e 4 mesi di reclusione nei confronti Adriana Mangone, docente nella sezione in cui si trovava il bimbo, Domenico A., e per Francesca De Liguori Cimino, al tempo fiduciaria del dirigente scolastico.

Due anni di reclusione erano stati invece richiesti per Maria Rosa Riso, Maria Teresa Spina ed Elena Magliaro; un anno ed otto mesi infine per Anna Maria Veneziani.

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DELL’ARRESTO DELLE MAESTRE DI MILETO

Il giudice Russo ha invece inflitto 3 anni e 6 mesi alla Mangone, alla De Liguori Cimino, alla Spina e alla Magliaro, mentre nei confronti della Riso e della Veneziani la pena è stata di 3 anni. Per tutte, come pena accessoria, l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, rappresentante di parte civile nell’interesse dei genitori del bambino affetto da comportamenti di iperattivismo: «Non posso che essere soddisfatto dal verdetto che arriva a coronamento di un’attività dibattimentale lunga, travagliata ma che alla fine ha stabilito l’esistenza di responsabilità in capo a tutte le maestre dell’asilo di Mileto».

Il processo in primo grado si è definito sulle soglie della prescrizione del reato. I fatti erano avvenuti nella primavera del 2011.

L’indagine venne avviata a seguito di un’informazione confidenziale giunta ai carabinieri di Mileto, che riferiva di presunti maltrattamenti su minori perpetrati da alcune maestre della scuola per l’infanzia e, in particolare, nei confronti di un bambino che sarebbe stato spesso percosso a causa della sua vivacità. Successivamente, il 26 aprile, alla caserma veniva recapitato, in forma anonima, un plico contenente un Dvd sul quale erano impresse tracce audio-video che ritraevano l’interno di un edificio scolastico ed alcune donne nell’atto di rimproverare un fanciullo che piangeva. In poco tempo si era risaliti all’identità delle persone e al nome dell’edificio scolastico.

A seguito di queste fonti, la Procura ordinaria aveva disposto l’attivazione di un servizio di videoriprese con l’installazione, da parte dei carabinieri di Vibo e Mileto di sei telecamere nascoste che avevano confermato, a parere dell’accusa, le violenze nei confronti del minorenne.

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