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Un rubinetto per l'acqua

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SPILINGA (VIBO VALENTIA) – Tiene banco l’atavica questione dell’acqua nella gran parte dei paese del Vibonese, perché da decenni in estate non si fa altro che discutere dei problemi idrici. Discussione che puntualmente si sopisce con le prime piogge autunnali, senza che nessuno mai la prenda di petto.

A Spilinga in questi giorni si sta discutendo sulla potabilità dell’acqua, alla luce di una Ordinanza del Sindaco, Enzo Marasco, che ne vieta l’utilizzo per fini alimentari e personali. Viene da chiedersi: nei mesi e negli anni precedenti l’acqua era potabile? Le analisi chimiche, con il controllo della percentuale dei coliformi ogni quanto vengono effettuata? Interrogativi che non interessano direttamente l’amministrazione comunale, la quale semplicemente prende atto dei riscontri e dispone le misure cautelative, al fine di salvaguardare la salute pubblica.

La questione è molto più estesa e non viene mai adeguatamente trattata. A Spilinga come in molti altri paesi del Vibonese, nessuno da almeno 20 anni utilizza l’acqua per fini alimentari: nessuno beve dal rubinetto, per intenderci. Poi di tanto in tanto escono i risultati di qualche analisi, si diffonde la notizia, se ne discute per un po’ di giorni nei bar e la questione muore così. Lo scorso autunno, lo stesso identico problema sul valore dei coliformi ha interessato Zungri e Zaccanopoli.

Ma adesso, a distanza di quasi un anno, l’acqua in questi borghi è potabile? Perché tra le persone regna una grandissima confusione, eppure è una questione di salute pubblica. Nell’Ordinanza emessa dal sindaco di Spilinga, Enzo Marasco si legge: «Visti i risultati dei rapporti di prova, pervenuti dal laboratorio, relativi all’autocontrollo periodico delle acque destinate al consumo umano , effettuate il 1 luglio 2021, risulta la non conformità dei coliformi total».

L’ordinanza rimarrà in vigore sino a nuove disposizioni e riscontri. Il divieto riguarda solo le aree del capoluogo e le relative località agricole, fatta eccezione per la frazione di Panaia. Sempre il provvedimento in questione è cautelativa ma rappresenta una misura necessaria. Tuttavia, la vicenda della potabilità delle acque, bene pubblico e preziosissimo, meriterebbe di essere approfondita, perché troppo estesa ed importante. E no, non è una vicenda da relegare solo ai comuni, perché facciano ordinanze provvisorie.

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