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Palazzo ex Enel sede della Provincia di Vibo

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VIBO VALENTIA – I Militari del Nucleo di Polizia tributaria di Vibo Valentia e i colleghi della Valutaria di Reggio Calabria hanno notificato cinque avvisi di garanzia ad altrettanti tra dirigenti, dipendenti ed ex consiglieri dell’amministrazione provinciale. Per tutti il pubblico ministero Michele Sirgiovanni contesta il reato di concorso in abuso d’ufficio continuato. Mentre per due di questi c’è anche quello di falso ideologico.

A finire nell’inchiesta che rappresenta un nuovo filone del troncone principale relativo all’ammanco milionario sono Giuseppe Grillone, ex consigliere provinciale di Vibo del Pd poi passato nel gruppo misto, Annamaria Catalano, moglie di Grillone, i dirigenti Giuseppe La Fortuna (comandante della Polizia provinciale), Giacomo Consoli (dirigente del settore Opere pubbliche ed Urbanistica) e la dipendente del settore Lavori pubblici della Provincia, Maria Grazia Conocchiella.

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A questi ultimi due vengono anche contestate altre due ipotesi di reato legate ad un falso ideologico in relazione ai tre mandati di pagamento – per un totale di quasi 40mila euro – alla ditta di traslochi «Agar srl» di Vibo Marina intestata alla moglie di Giuseppe Grillone. Tutti gli indagati sono già stati sentiti nei giorni scorsi dagli uomini del Nucleo di Pt della Guardia di finanza di Vibo, guidati dal tenente colonnello Michele Di Nunno, e dal Nucleo di polizia valutaria della Gdf di Reggio Calabria.

 Nel provvedimento a firma del pm Sirgiovanni si evidenzia come Consoli e la Conocchiella avrebbero adottato una serie di atti «affetti da macroscopici vizi di legittimità e palesemente falsi, in modo tale da procurare intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Agar rappresentato dai rispettivi ammontanti a un totale di 33.000 euro.

A Grillone e alla Catalano, rispettivamente amministratore e legale rappresentante della Agas Srl, il pm Sirgiovanni contesta come i due, in qualità di beneficiari degli atti amministrativi in concorso con i pubblici funzionari dell’Ente, avessero «presentato un certificato incompleto di iscrizione alla Camera di commercio di Vibo (privo di alcune pagine in modo tale da non far risultare la presenza tra i soci di Grillone)  e falso (essendo stata chiaramente modificata la data nel protocollo, nonché il Durc non valido per gli appalti pubblici, concordando la presentazione della documentazione medesima in modo tale da ottenere la corresponsione degli importi di 33.000 euro».

Abuso di ufficio, infine per La Fortuna, Catalano e Grillone. Il primo, in qualità d dirigente del settore Polizia provinciale – servizio Trasporti e concessioni dell’Ente, avrebbe adottato atti «affetti da macroscopici vizi di legittimità, procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Agar Srl, rappresentato dal corrispettivo ammontante a 4.840 euro.

Nei giorni scorsi tutte e cinque gli indagati erano stati sentiti in un lungo interrogatorio, durato tutta la giornata, dal pm Sirgiovanni e dal colonnello Di Nunno e i suoi uomini per fare luce sulla vicenda relativa al trasloco di uffici da un piano all’altro dell’ente di palazzo Bitonto che si collegava con i lavori di un cabina elettrica, del valore di 200.000 euro. 

Una sorta di “finanza creativa” in senso letterale, secondo l’ipotesi investigativa, perché attraverso l’indebito utilizzo di certe voci si sarebbe dato corso ad operazioni altrimenti inattuabili, perché sospettate d’illegittimità e perché sprovviste di una copertura finanziaria certa. Risorse che dovevano essere impiegate per un obiettivo, cioè la cabina elettrica, e che invece – questa è la direzione delle indagini – sarebbero state utilizzate per tutt’altro. Da qui la circostanza del trasloco da 30mila euro con la presenza di presunte fatture “gonfiate” per forniture che avrebbero agevolato la società Agar.

 

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