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Il pubblico ministero Marisa Manzini

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VIBO VALENTIA – Ammontano a quasi 220 gli anni chiesti dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Marisa Manzini al termine della tre giorni di requisitoria al processo “Black Money” che vede accusate 21 persone a vario titolo di associazione mafiosa e di altri reati fine quali estorsioni, usura, armi, evasione fiscale, esterovestizione, il tutto con l’aggravante delle modalità mafiose.

LEGGI LA NOTIZIA DELL’AVVIO DEL PROCESSO IL 30 APRILE 2014

Le persone coinvolte sono considerate appartenenti alla famiglia Mancuso di Limbadi o presunti sodali del clan di ‘ndrangheta.

LEGGI DELLA DECISIONE DELLA CASSAZIONE
DI MANTENERE IL PROCESSO A VIBO

 Tre giorni sono stati necessari al pubblico ministero Marisa Manzini per sviscerare, con dovizia di particolari, tutte le condotte a carico degli imputati. Nel corso del suo intervento davanti al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Vincenza Papagno (a latere Giovanna Taricco e Pia Sordetti), il rappresentante dell’accusa ha evidenziato come il sodalizio criminale sia attivo anche dopo la sentenza definitiva del processo “Dinasty – Affari di Famiglia” del 2008 che certificò per la prima volta in via giudiziaria l’esistenza del clan i cui vertici finirono arrestati nell’ottobre del 2003 a seguito del blitz della Squadra Mobile di Vibo e della stessa Direzione distrettuale antimafia in un’indagine coordinata proprio dalla Manzini.

Ampi anche i riferimenti ai collaboratori di giustizia, su tutti Andrea Mantella (LEGGI DELLE MINACCE DI MANTELLA NEI CONFRONTI DI ALCUNI IMPUTATI IN UDIENZA), che hanno consentito di corroborare le esigenze investigative condotte dal Ros dei carabinieri e dal Gico della Guardia di finanza di Trieste per quanto concerne i reati in materia fiscale. 

LEGGI LA NOTIZIA
SULLE MINACCE DI PANTALEONE MANCUSO
NEI CONFRONTI DEL PM MANZINI

Quindi, le conclusioni Con le richieste di pena per 20 dei 21 imputati per un totale di 219 anni e 2 mesi e 34mila euro di multa:

  1. Mancuso Giovanni 29 anni, 6000 euro di multa
  2. Mancuso Giuseppe 19 anni, 4000 euro
  3. Mancuso Antonio 27 anni
  4. Fialek Damian 12 anni, mesi 8, 2000 euro
  5. Papaianni Agostino 28 anni, mesi 6, 9000 euro
  6. Castagna Antonino 12 anni
  7. Cuppari Leonardo 12 anni, mesi 6, 2000 euro
  8. Prestia Antonio 7 anni, 6000 euro
  9. Muscia Gaetano 14 anni, 4000
  10. Mancuso Pantaleone 26 anni, mesi 6, assoluzione per intestazione fittizia di società
  11. Castagna Nicola Angelo 3 anni
  12. Mondella Filippo 3 anni
  13. Velardo Antonio 5 anni, assoluzione per concorso esterno in associazione mafiosa
  14. Corigliano Raffaele 3 anni
  15. Lopreste Carmela 3 anni
  16. Papaianni Giuseppe 3 anni
  17. Buccafusca Francesco Federico assoluzione
  18. Zoccali Pantaleone 2 anni, mesi 6
  19. Mazzitelli Carmina 2 anni, mesi 6
  20. Ciccarelli Ottorino 3 anni
  21. Caputo Alberto 3 anni

Il pubblico ministero Manzini ha chiesto dunque condanne complessive per 219 anni e 2 mesi di carcere, oltre anche la confisca di tutti i beni sequestrati e la confisca del distributore di benzina oggetto di iniziale sequestro, poi dissequestrato dalla Corte d’Appello, e riconducibile, secondo la pubblica accusa, ad Agostino Papaianni. È stata inoltre richiesta la trasmissione degli atti alla Procura relativa ad alcuni testi per procedere per falsa testimonianza. Le arringhe del collegio di difesa degli imputati inizieranno nei primi giorni di gennaio.

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Tutto il procedimento penale dovrà concludersi prima di marzo in quanto dopo scadranno i termini di custodia cautelare di fase per gli imputati che in quel caso potranno tornare in libertà se non detenuti per altra causa.

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