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Bruno Lacaria

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VIBO VALENTIA – Riduzione della pena a 14 anni per il 47enne di Spadola Giuseppe Zangari, per l’omicidio del commercialista suo compaesano, Bruno Lacaria, avvenuto la sera dell’8 febbraio del 2017 nei pressi del bacino Lacina.

IL GIALLO DEL VIBONESE: COMMERCIALISTA
SCOMPARSO E COMMERCIANTE AGGREDITO

Questa la decisione adottata dalla Corte di Assise d’Appello di Catanzaro presieduta dal giudice Petrini (a latere Cosentino). L’imputato, assistito dagli avvocato Enzo Galeota, Michele Ciconte e Giancarlo Pittelli, era stato condannato in primo grado, al termine del processo con rito abbreviato alla pena di 17 anni e 4 mesi di reclusione col riconoscimento delle attenuanti generiche. Il sostituto procuratore generale, Raffaella Sforza, al termine della sua requisitoria, aveva invece chiesto la conferma del verdetto di primo grado.

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La vicenda ruota attorno ad una serie di debiti accumulati dal commerciante 47enne per far fronte ad una serie di spese. Cifre destinate a gonfiarsi e che portarono Zangari a chiedere aiuto all’amico e compare d’anello Lacaria il quale acconsentì versando 10mila euro «consegnati in contanti, dei quali, secondo l’imputato, nel gennaio del 2016 ne chiese la restituzione ma con una cifra raddoppiata, adducendo che doveva rendere conto a terzi», per come riportato nelle motivazioni della sentenza del gup.

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L’impossibilità di restituire le somme sarebbe dunque stata la causale del delitto consumatosi l’8 febbraio del 2017. Lacaria sarebbe stato colpito con un bastone da Zangari e lasciato per giorni sul luogo isolato, in piena campagna delle Serre vibonesi, fino a quando, messo alle strette e preso dai rimorsi, confessò l’uccisione e fece rinvenire il corpo. Nel frattempo, aveva inscenato, al fine di sviare le indagini dei carabinieri, un’aggressione ad opera di ignoti con l’ingestione di alcune gocce d’acido che gli provocarono il ricovero in ospedale, a Locri.

Le motivazioni della sentenza d’Appello saranno depositate entro 90 giorni.

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