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VIBO VALENTIA – Non regge anche in secondo grado l’associazione mafiosa contro i vertici del clan Mancuso di Limbadi. La Corte d’Appello di Catanzaro, al termine del processo “Black Money”, ha infatti assolto, con la formula “per non aver commesso il fatto”, Leonardo Cuppari, i boss Antonio, Giovanni e Pantaleone Mancuso, Giuseppe Mancuso e Agostino Papaianni. Ha poi dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Antonino Castagna, sempre in relazione al medesimo reato limitatamente al periodo 2003-2012, perché già giudicato. Confermate nel resto le condanne di primo grado, con esclusione del vincolo associativo di tipo mafioso, a carico di Giovanni Mancuso (cl. ‘41) di Limbadi, 9 anni; Agostino Papaianni, 7 anni ed 8 mesi; Antonio Mancuso, 5 anni. E confermata infine l’assoluzione per Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”.

Prescrizione per Giuseppe Mancuso in ordine al reato di violenza privata ma senza l’aggravante della mafiosità; assoluzione per non aver commesso per Leonardo Cuppari anche dal reato di tentata estorsione ad un’attività commerciale a Ricadi. Condanne per Gaetano Muscia a 7 anni per usura ed estorsione, per Damian Fialek ad un anno per gli stessi reati; per Antonio Prestia 5 anni e sei mesi); infine non doversi procedere per prescrizione per Antonio Velardo e Nicolangelo Castagna.

L’operazione  Black Money era scattata nella primavera del 2013 ed aveva portato a decine di arresti di persone ritenute ai vertici e presunti sodali del clan di Limbadi, nonché allo scioglimento di due consigli comunali: Ricadi e Joppolo.

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