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Romano Loielo, ex sindaco di Nardodipace

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VIBO VALENTIA – La Procura di Vibo aveva chiesto il processo addirittura nel gennaio del 2017 ma, dopo una serie quasi interminabile di rinvii, solo martedì scorso si è arrivata alla decisione del giudice: processo per l’ex sindaco di Nardodipace Romano Loielo, il suo vice, un ex assessore e altre 16 persone accusate di aver commesso una presunta truffa per circa 100mila euro ai danni della Comunità europea e della Regione.

La prima udienza del processo fissato dal gup Marina Russo, è stata individuata per l’8 maggio prossimo dinanzi al Tribunale collegiale. L’inchiesta, denominata “Uniti per la truffa”, era stata avviata tra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 dai carabinieri ella Stazione del piccolo borgo delle Serre vibonesi e della Compagnia di Serra San Bruno portando alla luce un presunto sistema illegale di percezione delle risorse comunitarie.

Una presunta associazione a delinquere, secondo la prospettazione accusatoria, nella quale il sindaco Loielo – ex dirigente nazionale di Fratelli d’Italia e con due scioglimenti per mafia all’attivo – avrebbe assunto «il ruolo indiscusso di promotore nonché “capo” ed “organizzatore” del sodalizio avendo, in virtù della pubblica funzione, la possibilità di accesso rapido e privilegiato alle informazioni relative all’esistenza di bandi riguardanti gli incentivi».

Suo vicesindaco era Romolo Tassone che, unitamente a Fabio Rullo e Mario Carrera, avrebbe invece ricoperto il ruolo “di intestatari delle ditte e associazioni destinatarie dei benefici economici, mentre tutti gli altri erano soggetti strumentali a rappresentare alla Regione l’operatività delle imprese e dei sodalizi fittiziamente creati la cui formale assunzione, anche a tempo indeterminato, come nel caso della moglie di Loielo, come borsista nella società Allarese Calcio, rappresentava il presupposto inderogabile per l’ottenimento dei benefici.

Gli altri finiti a processo sono l’ex assessore comunale Maurizio Maiolo, Alberto Franzè (vicesindaco nella seconda giunta Loielo) e Antonio Franzè (ex consigliere comunale di maggioranza), Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo, Sandro Randò, Graziella Tassone, Marinella Iacopetta (moglie dell’allora assessore Maiolo), Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Claudia Ienco (che secondo l’accusa sarebbe stata fittiziamente assunta nella società ritenuta dagli inquirenti “fantasma” e denominata “Allarese calcio” il cui titolare era Romolo Tassone) e, infine, Lucia Primerano.

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