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Un'aula di tribunale

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VIBO VALENTIA – La Corte d’Assise di Catanzaro ha assolto i tre imputati per l’omicidio di Antonino Lopreiato, alias “Ninu i murizzu”, ucciso a Stefanaconi l’8 aprile del 2008.

A processo erano finiti Emilio Antonio Bartolotta, 42 anni, la moglie Annunziata Foti, 43 anni, e Francesco Calafati, 45 anni, tutti di Stefanaconi. Ma per la corte non sono loro i responsabili, che sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

I giudici hanno anche disposto l’immediata restituzione dei beni sequestrati nell’ambito dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Passa, dunque, la linea della difesa dei tre imputati rappresentata dagli avvocati Salvatore Staiano per Bartolotta, Marinella Chiarella per Foti e Sergio Rotundo per Calafati. 

Nei loro confronti il pm  della Dda, Andrea Mancuso, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto l’ergastolo ma le accuse non hanno retto in sede dibattimentale.    

In base alla riscostruzione accusatoria, il delitto sarebbe maturato nell’ambito di uno scontro fra il clan Lopreiato-Patania (identificato come la vecchia “società maggiore” di Stefanaconi) e un nuovo gruppo criminale, vicino ai Bonavota di Sant’Onofrio, nato nel 2007 a Stefanaconi attorno alle figure di Bartolotta e Calafati.
Lo Preiato fu ucciso mentre si trovava nella sua Fiat Panda alla periferia di Stefanaconi.

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