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Il tribunale di Catanzaro

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VIBO VALENTIA – Pressioni e ricatti per indurre Emanuele Mancuso, “rampollo” dell’omonimo clan della ‘ndrangheta di Nicotera e Limbadi, nel Vibonese, a interrompere la collaborazione con la giustizia avviata nel giugno 2018.

La Dda di Catanzaro ha avanzato al gup richiesta di rinvio a giudizio per 10 imputati accusati a vario titolo di violenza privata, intralcio alla giustizia e favoreggiamento nei confronti di latitanti. Fra loro il boss di Nicotera Pantaleone Mancuso, 59 anni, detto “l’Ingegnere” (padre del collaboratore di giustizia Emanuele), Giovanna Del Vecchio (moglie di Pantaleone), Giuseppe Mancuso (fratello di Emanuele) e Desiree Mancuso (sorella del collaboratore). Unitamente a Nancy Chimirri (all’epoca compagna di Emanuele Mancuso) sono tutti accusati di aver posto in essere condotte (aggravate dalle modalità mafiose) finalizzate a convincere il collaboratore a lasciare il programma di protezione, ritrattare le accuse e non deporre nei processi.

A tale scopo avrebbero anche minacciato Emanuele Mancuso di sottrargli la figlia di poche settimane e tentato di convincerlo a farsi passare per pazzo.

Tutto inutile perché Emanuele Mancuso, in un primo tempo fuoriuscito dal programma di protezione, ha poi ripreso a collaborare con la giustizia accusando anche il padre ed il fratello di gravi reati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 13 novembre prossimo.

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