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La corte d'Appello di Catanzaro

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ASSOLTO in primo grado, stesso epilogo in secondo. Questa la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro che, accogliendo le doglianze avanzate dall’avvocato Giovanni Marafioti e del collega del Foro di Reggio, Renato Milasi, ha scagionato – «perché il fatto non sussiste» – dall’accusa di omicidio colposo il dott. Domenico Princi, ritenendo inammissibile sia il ricorso presentato dal pubblico ministero che della parte civile.

Si tratta della vicenda che ruota attorno alla morte di Eleonora Tripodi, 32enne di Santa Domenica di Ricadi, avvenuto il 20 agosto 2010 a seguito delle complicazioni durante la gravidanza dopo aver dato alla luce la figlia.

Stesso epilogo, dunque, del primo giudizio (LEGGI) quando la sentenza arrivò in “zona Cesarini”, visto che appena 10 giorni dopo sarebbe scattata la prescrizione, ed infatti in udienza la pubblica accusa ha chiesto ai giudici dell’Appello il riconoscimento della responsabilità ai fini civili per l’imputato, così come il rappresentante legale della famiglia, l’avvocato Giovanni Vecchio. 

La difesa, in particolare, ha sostenuto l’assenza del nesso causale e che non state violate le linee guida, aggiungendo che quand’anche questo fosse avvenuto non erano state in alcun modo rapportate alla vera causa della morte.

Condotte, quelle del ginecologo Princi, che dunque “si sono rivelate congrue alle disposizioni previste in materia sanitaria”, è stato il rilievo evidenziato dagli avvocati Marafioti e Milasi. Sempre la difesa ha rilevato – anche sulla scorta delle risultanze delle perizie medico-legali – che la placenta era “a creta”, vale a dire infiltrata nei tessuti e che non se ne poteva immaginare il grado.  

Secondo la prospettazione accusatoria, invece, Eleonora Tripodi, dopo aver atteso per ore prima del suo trasferimento dalla Villa dei Gerani all’ospedale di Lamezia, è deceduta durante il trasporto in ambulanza.

Dopo il parto cesareo – eseguito all’imputato – la donna, già madre di due bimbi, sarebbe stata colpita da una fatale emorragia. Il dottore Princi – recentemente apparso in un servizio de Le Iene – da parte sua ha sempre sostenuto di aver agito correttamente e di essersi trovato dinanzi ad un rarissimo caso di placenta fuoriuscita dall’utero.  

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