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L'area giornalisti nell'Aula bunker di Lamezia Terme

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CATANZARO – «È un provvedimento tardivo, parziale e tutt’altro che rispondente alle esigenze della libera informazione e, in particolare, del diritto costituzionale di informare ed essere informati».

Così il gruppo calabrese dell’Unione nazionale dei cronisti italiani, guidato dal giornalista Michele Albanese, commenta la decisione assunta dal Tribunale di Vibo Valentia «che “dopo una lunga ed inspiegabile attesa” – evidenzia l’Unci in una nota – ha finalmente autorizzato le riprese audiovisive del maxiprocesso Rinascita Scott» (LEGGI).

«Preliminarmente – continua la nota – ci domandiamo quale evento nuovo sia intervenuto affinché il collegio giudicante di uno dei procedimenti penali più importanti della storia giudiziaria italiana, riconoscesse che “sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento”. Perché tale “interesse sociale” non è stato riconosciuto sin dall’inizio del processo? Perché le numerose richieste pervenute da colleghi di tutto il mondo al Tribunale di Vibo Valentia sono rimaste inevase?».

L’Unci rammenta anche di «aver incontrato (attraverso il presidente Michele Albanese ed il segretario Pietro Comito) il presidente del Tribunale di Vibo Valentia Antonio Erminio Di Matteo affinché fosse latore delle osservazioni dei cronisti al collegio del maxiprocesso Rinascita Scott. Anche in quel caso, l’appello a superare il diniego delle riprese fu disatteso. Cosa è accaduto di nuovo? E soprattutto, ci domandiamo, perché autorizzare le riprese ma con una serie di limitazioni che finiscono, a conti fatti, col rendere questa stessa autorizzazione quasi inutile?».

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