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VIBO VALENTIA – Alla fine era inevitabile. D’altronde, anche se non ci fossero stati gli esposti della popolazione, la Procura si sarebbe comunque attivata.

E così, nella giornata di ieri il capo dell’Ufficio requirente vibonese, Camillo Falvo, ha disposto l’apertura di un fascicolo d’indagine per fare luce sulla grave situazione idrica che sta interessando ormai da settimane soprattutto le frazioni costiere del capoluogo di provincia. Attualmente – visto che si è agli albori – sarà aperto contro ignoti con l’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio.

Certo, fa riflettere il fatto che debba intervenire la Procura per problemi prettamente amministrativi, ma tant’è ormai l’andazzo è proprio questo.

Tornando, all’indagine, un impulso decisivo l’hanno offerto gli esposti pervenuti sul tavolo del dott. Falvo in questi ultimi giorni da parte di cittadini, in particolar modo di Vibo Marina, che lamentavano l’assenza del prezioso fluido dai rubinetti delle rispettive abitazioni, il tutto accentuato dalle elevate (e in qualche caso anche anomale) temperature che rendevano ormai insostenibile la situazione. Popolazione esasperata che ha dovuto far ricorso alle autobotti.

Nello specifico l’attenzione degli investigatori è rivolta a capire dove si generi l’intoppo, visto e considerato non solo che in altre zone l’acqua arriva ma che in altrettante rimaste a secco il fluido – che non dimentichiamolo mai, è un bene primario – ci sia ma non riesca a giungere alle abitazioni. Con l’occasione, verosimilmente, verranno scandagliati anche gli allacci per accertarne l’irregolarità. Nulla, insomma, resterà in sospeso e (anche) su questo aspetto l’Ufficio di Procura ha dimostrato con i fatti che sarà così.

Rubinetti vuoti, cittadini esasperati e turisti imbufaliti. Vibo e il Vibonese sono quindi sempre più a secco e se c’è chi, come visto, ormai accantonata la pazienza, si affida alla magistratura, altri invece preferiscono trovare altri lidi in cui un servizio primario come l’erogazione del prezioso fluido è una normalità. Eppure, il bacino idrografico della Calabria non è certo esiguo.

Ovviamente, se ci si mette ad innaffiare le colture o a lavare l’auto si comprende bene ogni sforzo viene sprecato, così come ogni singola goccia d’acqua. Dall’entroterra alla costa il copione è lo stesso. Emblematico, come visto, il caso di Vibo Marina.

Nei giorni scorsi, una palazzina con 18 famiglie ha lamentato l’assenza di acqua per diversi giorni, e lo stesso è capitato ai residenti di altri edifici. Nella vicina Bivona medesima situazione, con alcuni vacanzieri che hanno preferito lasciare il territorio, mentre chi ha la casa al mare non è rimasto altro che tornare a quella principale.

Adesso l’indagine della Procura ordinaria potrebbe far cambiare la situazione accertando le responsabilità del fastidioso disservizio.

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