X
<
>

La Corte di Cassazione

Condividi:
2 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – Il decreto di sequestro era stato disposto dal gip distrettuale di Catanzaro il 19 dicembre del 2019, giorno del maxiblitz antimafia “Rinascita-Scott”.

Tra le numerose attività commerciali finite nelle carte dell’inchiesta della Dda del capoluogo di regione era finita anche la “Latteria del sole” in quanto ritenuta essere gestita dal boss Luigi Mancuso. Dopo quasi due anni, quel provvedimento è venuto meno. Con ordinanza del 12 ottobre scorso, infatti,  il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento del ricorso proposto nell’ambito del procedimento penale – che si sta celebrando nell’aula bunker della fondazione Terina, nell’area industriale di Lamezia Terme –  dagli avvocati Giuseppe Arcuri e Pietro Proto (legali di fiducia di Michael Joseph Pugliese, Paola Rella e Tommaso Vitantonio Pugliese), ha disposto la revoca del sequestro della “Società Alimentari del Sole srl” e delle altre società appartenenti al compendio della stessa.

Le accuse mosse a gli ultimi due sono sono intestazione fittizia di società, così come per il primo che però deve rispondere anche di associazione mafiosa (che era stata esclusa in sede cautelare).

Il provvedimento è scaturito  dal rinvio operato dalla Cassazione con sentenza 25 giugno scorso, che aveva annullato l’ordinanza di sequestro preventivo disposto dal Gip distrettuale Barbara Saccà.  

La sentenza della Cassazione,  sposando le tesi difensive sostenute dagli avvocati Arcuri e Proto ha, quindi, annullato con rinvio l’ordinanza emessa il 5 marzo di quest’anno dallo stesso  Tribunale dei Riesame presieduto dal giudice Giuseppe Valea, che aveva «erroneamente confermato il provvedimento del gip», aggiungono i legali che poi rilevano un dato oggettivo: «Nonostante sia trascorso oltre un mese dal dissequestro – lamentano al riguardo – gli organi competenti non hanno ancora provveduto all’esecuzione del provvedimento ed a  tal proposito ci riserviamo di agire nei confronti degli organi preposti all’esecuzione  per i danni subiti  e subendi dalle società interessate, soprattutto in considerazione delle particolari esigenze commerciali legate  allo shopping natalizio, in quanto prive di gestione imprenditoriale, che non può essere sostituita dalla gestione routinaria  degli amministratori giudiziari nonostante la loro competenza sotto il profilo tecnico -giuridico».

In buona sostanza, a parere degli avvocati Arcuri e Proto la mancata esecuzione del dissequestro comporta una «grave violazione dell’art. 1, Protocollo Addizionale n. 1, della Convenzione Europea per la Salvaguardia del Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (Cedu)».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE