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L'auto sulla quale viaggiava la vittima

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VIBO VALENTIA – Dolore e sgomento, a Vibo Marina, per la tragica morte di Dennis Muzzì, deceduto nella serata di ieri in un incidente stradale nei pressi dell’ex cementificio. La vittima, 18 anni appena, viaggiava a bordo di una Lancia Y che si è scontrata con una vettura dello stesso modello all’altezza di una curva. Nell’impatto, violentissimo, altri due giovani sono rimasti feriti e si trovano attualmente ricoverati in ospedale per le cure del caso. Non sarebbero, fortunatamente, in pericolo di vita.

Per uno di loro, durante la notte, si è reso necessario il trasferimento a Catanzaro. La ragazza alla guida dell’altra auto, una 21enne polacca, ha riportato lievi ferite. La Polizia Scientifica della Questura, intervenuta sul posto, ha provveduto ad effettuare i rilievi e il relativo fascicolo sarà ora trasmesso alla Procura della Repubblica. Anche una pattuglia della Polstrada è giunta per prestare ausilio.

Per estrarre i ragazzi dall’abitacolo della vettura si è reso necessario l’intervento dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo. Toccherà ora alle forze dell’ordine ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, avvenuto intorno alle 20.30 lungo una strada già teatro di altri sinistri.

Nel contempo, una comunità – quella di Vibo Marina – già fortemente provata da altre morti di giovani sulla strada, si stringe alla famiglia di Dennis Muzzì manifestando il suo cordoglio anche attraverso i social. Innumerevoli i messaggi indirizzati ai familiari del giovane deceduto, tutti indistintamente improntati al ricordo di un ragazzo a modo, molto amato e benvoluto da tutti.

Particolarmente toccante quello della scrittrice Giusy Staropoli Calafati, che ha scritto: “Non si può morire a 18 anni. A 18 anni si comincia a crescere, non ci si prepara anzitempo per morire. Non si può perdere la vita durante un giro in macchina con gli amici. Gli amici devono ridere, non possono piangere perché fa testacoda la vita insieme alla macchina. Non si può dire addio alla vita così giovani. E una madre non deve mai salutare un figlio per prima. Sono i figli che salutano le madri. Ma il destino è bastardo e irregolare. È traditore. Vorrei tanto poterla abbracciare la madre di Dennis. Soffocarla in un abbraccio potente. E vorrei poter ridare a Dennis la vita che ha appena perduto. Ma non so come fare. Anzi forse so fin troppo bene di non poter fare nulla. Il mio cuore a Dennis non lo posso dare, e non basterebbe un abbraccio a sua madre per non farla tormentare”.

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