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SORIANO (VIBO VALENTIA) – Francesco Sabatino, vice sovrintendente alla Digos spesso impegnato nei servizi d’ordine agli eventi sportivi, alle manifestazioni e alle sedute di Consiglio comunale, è stato trovato privo di vita all’interno della sua auto, lungo la SS 182.

La tragedia, che ha sconvolto la comunità di Soriano proprio nei giorni in cui si svolgevano i festeggiamenti in onore di San Domenico, sarebbe avvenuta intorno alle 23 di ieri sera. L’uomo, sposato con due figli, si sarebbe tolto la vita sparandosi un colpo in bocca con la sua pistola di ordinanza. 

In corso le indagini per far luce sull’estremo gesto che avrebbe portato l’esponente delle forze dell’ordine a togliersi la vita, sarebbe stata trovata una lettera nella sua auto il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

Grande commozione anche tra i colleghi uno dei quali ha ricordato la vittima su Facebook con queste parole: «La tristezza oggi si è impadronita del mio cuore, un amico, un caro amico, ieri sera non ha retto alle avversità della vita ed ha deciso di lasciare questo mondo nel modo più brutale possibile… Ti ricorderò sempre con il più grande degli affetti. Riposa In pace caro Francesco».

Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione Sindacale di Polizia: «Oggi in Calabria la Polizia di Stato perde un validissimo poliziotto ed i poliziotti piangono con le lacrime ben visibili per la scomparsa del collega. Bisogna mettere in atto un progetto di sostegno che – ha detto il segretario nazionale Giuseppe Brugnano – possa leggere con attenzione i drammatici dati relativi ai sucidi nelle Forze di Polizia. L’ultimo caso avvenuto ieri sera nel Vibonese, con il suicidio di un collega della Digos di Vibo Valentia, rappresenta l’ennesimo esempio di come esista un disagio su cui occorre intervenire concretamente, nell’immediatezza e con forza».

«E’ stato costituito un osservatorio interforze “sul fenomeno suicidiario tra gli appartenenti alle forze di Polizia” – ha spiegato Brugnano – e già questo dimostra che siamo davanti ad una vera e propria emergenza, considerato che dell’apparato sicurezza sono stati oltre quaranta i suicidi nell’anno in corso, il doppio rispetto all’anno precedente. Occorre sensibilizzare tutte le istituzioni, ad ogni livello, per poi mettere in campo una approfondita analisi sul fenomeno, perché in molti di questi casi si registrano condizioni di disagio legate a questioni lavorative o a malesseri relativi comunque a fatti complementari al lavoro stesso».

Secondo Brugnano, «nelle forze dell’ordine si muore dentro, perché nessuno ha mai compreso, con chiarezza, quanti e quali siano le difficoltà che si vivono ogni giorno con un lavoro che ti assorbe intere giornate, con stipendi da fame, con ruoli apicali gestiti spesso senza attenzione nei confronti del proprio personale, con un coinvolgimento emotivo e psicologico che rischia di consumarti dentro. E’ arrivato il momento di intervenire con atti reali, le amministrazioni di riferimento, di tutti i servitori dello Stato in divisa, non possono più stare zitte, sorde e cieche».

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